mercoledì 5 gennaio 2011

Comincio dall inizio

Per motivi di forza maggiore come niente cibo, niente visto e van che cade a pezzi decisi di tornare a christchurch qualche giorno, fare la revisione del van e vedere un po cosa il terremoto aveva combinato.
La città era deserta, il tempo era sempre soleggiato ma il vento era freddo, c erano impalcature ovunque e quasi tutte le strade del centro erano chiuse al traffico, a volte chiuse anche ai pedoni. Le chiese avevano tutte perso il campanile e le case con il camino erano piatte come tutte le altre.
Impressionante il lavoro delle autorità che in 3 settimane avevano ispezionato tutti gli edifici centrali, piazzato l esercito ad ogni angolo per tenere la situazione sotto controllo e mobilitato tutti i demolitori venuti a Chchurch da tutte le città dell isola.
Il panorama passeggiando per le vie sempre del centro ma dove le case erano vecchie sembrava quello che nella mia immaginazione sarebbe passeggiare in palestina in questi ultimi tempi







Le scosse per tutto ottobre erano giornaliere, a volte anche 4 o 5 forti nello stesso giorno e i vecchi edifici mollavano al suolo qualche nuovo pezzo, specialmente quello vicino al van dove mi ero imboscato a dormire.
Dovetti andare poi in ostello per lasciare il van al meccanico e nell attesa stampai dei volantini per venderlo e li appesi alla bacheca di molti ostelli della città. L estate sta per arrivare, l ondata di coglioni 20enni tedeschi è alle porte, carichi di eurini che finiranno in tre mesi sperperando in alcool, erba, irish pub e comprando il mio van che si rompe sempre.
Ero pronto a ritirare il van il giorno dopo e ripartire per le due ultime settimane della stagione nevosa e vedere se qualcuno nel frattempo mi avesse messaggiato interessato nonostante il primo prezzo sparato altissimo.
Senza raccontare come il karma ancora mi stupi in positivo, il giorno dopo era venduto, me lo portarono via 3 giorni dopo, un po mi sentii mancare una gamba, dall altra mi pagarono in contanti con banconote di piccolo taglio visto i vari prelievi dal bancomat con diverse carte…
Oltre a non credere di averlo venduto a quel prezzo in cosi poco tempo, non riuscivo soprattutto a credere di averlo venduto.





Il conto in banca a quei tempi era drammatico ma quando consegnai i 3,5 kg di banconote suddivise in varie tasche in banca mi resi conto che a parte un bel numero con tanti zeri e senza piu il “meno” davanti non avevo piu niente.
Poi mi chiesi “ e adesso?” stai qua!!!! La cosa piu dolorosa è che non avevo piu privacy, zero, mai, e davvero non ci ero piu abituato.
Sempre qualcuno intorno, gente simpatica e piacevole, qualcuno con cui ridere e godersi i primi caldi in giardino dormire al sole e cazzeggiare, raccontare le mie avventure e spiegare cosa ci facevo in giro con 55kg di bagagli.
La mia vita in quel momento cambiò in maniera troppo drastica e troppo velocemente. Avevo appena esteso il visto, ero in NZ da piu di un anno e da piu di un anno dormivo sul mio van per la maggior parte del tempo in magnifici e solitari angoli di paradiso con intorno beech forest, spiaggie con foche e pinguini o montagne innevate con venti che gelavano anche le ossa, ma sempre in quel silenzio e quella quiete che appagava i sensi e le difficoltà di quel tipo di vita.
Per le prime due settimane mi sembrava di essere su una sedia a rotelle, non vedevo l ora che arrivasse il weekend per poter tornare in montagna con Chris e fare le ultime uscite e lanciare ancora qualche urlo di godimento dove l eco mi rispondeva con un altro.
Guardavo le foto dell inverno appena passato ed era come piantarsi tanti spilli nei punti sensibili del corpo ma non potevo farne a meno.
L ambiente negli ostelli solitamente è sempre quello, gente di media sui 20 anni che non sanno che cazzo fare in NZ e sperperano soldi in bere ecc come detto prima, o forse a volte sono io che voglio essere diverso e sempre criticare e giudicare ciò che fanno gli altri. Avevo scelto un piccolo ostello stavolta con soli 35 letti, un bel giardino nel retro e le stanze erano casette di legno con 4 letti ciascuna intorno ad esso. Il posto era un poco fuori dal centro e tranquillo, poco traffico e molto economico.
Parlando col propietario, che era anche lui un gran cazzaro di una pigrizia degna di un ozzy, di quelli che quando c era un problema spariva ma quando si sparavano stronzate usciva dai tombini per unirsi e dire le sue, gli dissi che vista la situazione sarei probabilmente stato a lungo termine e avrei cercato un lavoro.
Mi mise nella stanza dei cazzari, di quelli che erano li da un po e lavoravano sia nell ostello per stare gratis, sia qualche lavoretto casuale in attesa dell alta stagione per uno a tempo pieno.
Ci volle non motlo per far gruppo e la noia di non aver niente da fare spolverò la mia voglia di seccare la gente con i miei scherzi pesanti e fuoriluogo. Eravamo in 4 deficienti, tre di loro erano lavapiatti e quando alla 1 di mattina tornavano dopo 11 ore a lavar pentole, sporchi, stanchi e unti trovarsi il letto all esterno e smontato o una zampa di gallina invece dell i-phone in ricarica anche se ridevano non era il massimo.





Le scosse non davano tregua, la città era piena di turisti e vuota dei suoi abitanti. Anche l ostello aveva varie crepe e buchi qua e la per le stanze dell edificio principale in muratura. Parlando col boss di soluzioni e riparazioni un giorno mi guardò e mi disse “vuoi un lavoro??”
Avevo già trovato da fare il cameriere qualche settimana prima, ma provandomi le scarpe di vernice e la camicia bianca in un negozio mi venne un attacco di cuore e con una scusa lasciai perdere, di lavare i piatti non ne avevo nessuna voglia e il conto in banca non mi chiedeva ancora di farlo vista la ricarica appena effettuata.
Un lavoretto per pagarmi l affitto e il cibo sarebbe calzato a pennello, chissà che aveva in mente. Gli dissi che ero stato anche imbianchino in Italia e mi chiese di abbellire e pitturare i vari crepi fatti dal tempo, dai terremonti e dagli agenti atmosferici in generale all esterno dell ostello. A tempo perso, bastava facessi un tot di ore a settimana sparse a mio piacimento.
Mi diede stucco, plaster, spatole pennelli, scotch e tutto quello che sarebbe servito per fare un lavoro decente e anche se a malapena sapevo da dove iniziare basta far le cose al meglio che si può e si sarà premiati.



Il risultato gli garbò e mi offri un lavoro pagato per un paio di mesi e accettai. Il gruppo che si era cominciato a formare si allargò, la confidenza aumentò e ogni scusa era oramai buona per festeggiare quasi ogni sera. Io dopo tutti questi eventi ero tornato ad essere una persona normale e un paio di volte riuscirono perfino a portarmi in un pub a sbevacchiare un po e vista l assenza di alcool nel mio corpo da piu di un anno per ubriacarmi ci misi davvero poco, ovviamente senza esagerare, questo mi dava vantaggio sugli altri sempre pieni al massimo, lo scozzese ovviamene “spatroneggiava” nel devastarsi e l errore di collassare sul divano nel dopo serata non gli era mai perdonata, ogni domenica mattina si alzava in situazioni strane



Ogni volta che mi proponevano qualcosa, sia gli amici dell ostello o i vecchi amici in montagna del tipo “hey Manu, noi andiamo a fare mountain boarding vieni?? Andiamo a fare un po di bouldering e arrampicat, vieni?? Andiamo a surfare, sciare, canoare, rafting o qualunque cazzata la mia risposta er “si, ok, quando dove??” mi lanciavo in tutto, lavoravo quando volevo io, non pagavo ne affitto ne cibo, ero circondato da amici deficienti che se non erano al lavoro erano stoni o pieni e che avevano una gran voglia di divertirsi, insomma la vita del backpacker non è poi cosi terribile!!!
Mi fecero poi capire cosa pensavano di me quando un giorno in spiaggia mi addormentai e mi seppellirono come un cazzone



Un altro grande evento fu il concerto “tutti uniti per il terremoto”, il piu grande mai visto in NZ, prendeva tutto il parco centrale e c erano tutti gli artisti kiwi e ozzy famosi nel mondo che avrebbero partecipato a titolo gratuito per raccogliere fondi e aiutare la città ad uscire dal disastro in cui stava. Resistetti circa 15 minuti e dovetti scappare, penso che il 50% degli abitanti di tutta l isola fosse in quel parco e dopo 3 mesi perso nelle montagne quella folla mi trasmise solo un senso di claustrofobia e per come la penso io in NZ una cosa cosi non la volevo proprio vedere, manco in una discoteca di londra si sta cosi come sardine




A fine stagione partii un lunedi mattina per la chiusura dell ultimo skiclub (uno dei nostri preferiti) e l ultima uscita ufficiale dell inverno 2010. Nello zaino stavolta invece di arva, pala e sonda avevamo birre, salsiccie e bistecche di agnello, eravamo carichissimi e soddisfatti della stagione piu pazza e bella della nostra vita, le nostre tavole erano pronte per farsi fare a pezzi dalle ultime rocce e farsi dare il colpo di grazia quando a circa 20 km dall obbiettivo si accendono tutte le spie e Chris ferma la macchina. Ah ah ah… non potevo che ridere… lui non capiva ancora ma io si.. si era rotta la cinghia della ventola, la stessa che avevo rotto in australia 2 anni fa e che avevo rotto alla prima uscita invernale 3 mesi prima sul mio van… esattamente la stessa.
Il telefono ovviamente non aveva segnale per chiamare qualcuno e in quel posto non c era molta gente in giro il lunedi mattina.
Non ci facemmo sicuramente abbattere, anzi, Chris, uomo saggio, ne rollò una e cominciammo a fare l autostop incamminandoci verso il nulla, avessimo camminato 60km e il telefono avrebbe ripreso il segnale.
Dopo un oretta il solito amichevole kiwi montanaro con gli stivali di gomma ci porto appunto a Springfield dove c era un meccanico che ci avrebbe riportato alla macchina e sostituito la cinghia.
Era già mezzogiorno e ripartimmo di fretta e furia, tutti i nostri amici probabilmente erano già ubriachi che rotolavano giu dalle piste tra le rocce e decidemmo di guidare tutta la salita sterrata con la sua auto appena riparata, quella giornata era troppo importante, tutti i malati incontrati durante l inverno sarebbero stati sicuramente li.
L ascensore per l equipaggiamento era chiuso e perfino il primo “skilift” era già spento, dovemmo farci 1 ora e mezza a piedi con tutto a spalle in quella pendenza di cespugli e sassi frustrati e sotto un sole cocente.
Fatto sta che arrivammo alle 1530 e nessuno stava piu sciando o ridando, tutti collassati al sole in maniche corte, ma fecimo giusto in tempo a fare una sola discesa, la discesa dell orgoglio la chiamerei viste le avventure per arrivarci, seguita ovviamente da bbq e birre, un'altra bellissima giornata piena di avvenimenti ,tra amici sulla neve, memorabile.

Il mio capo continuava ad aggiungermi lavori e stanze da imbiancare. Cominciò poi a chiedermi se avessi potuto riparare i danni del terremoto visto che da quasi una settimana non c erano piu scosse forti e anche quelle minori erano meno frequenti…
Come riparare i crepi?? Magari so fare le pizze, posso montare qualche cucina e effettuare qualche facile riparazione in un motore, ma questo non me lo avevano ancora chiesto… certo che posso!!! In effetti lui come rimedio ai crepi sui muri aveva attaccato dei poster per non vederli!!!!



Insomma, io ero l esperto del ministero delle calamità naturali, nonché l esperto di riparazioni a norma di legge per danni a edifici ad uso pubblico.
Fantastico, anche qui non sapevo dove iniziare visto che una volta tolto scotch e posters per veder qual era il vero danno in una casa quasi centenaria mi accorsi che il lavoro da fare era davvero piu di quello che sembrava e io il muratore non l avevo davvero mai fatto… non ancora…












Insomma, ultimamente come già detto mi ficcavo in situazioni davvero particolari, e riparare le crepe dei terremoti era una di quelle.
Ogni tanto, tra una stanza e l altra mi prendevo qualche giorno di ferie, non c era fretta e io cercavo di distrarmi e divertirmi facendo qualche attività strana e eccitante come strani barbeque con zampe di gallina




ogni tanto si andava ad arrampicare a Castle Hill vista l assenza di neve giusto per ritrovare l amico francese arrampicatore e la sua ragazza che ci fece foto bellissime






o con altri amici skater o snowboarder per divertirsi lanciandosi in discese erbose o farsi male nel park con un panorama pazzesco








Per via di imbiancare il capo ne sapeva meno di me (per fortuna) e mi lasciava sempre carta bianca, “sii un artista” mi diceva… a volte per finire in fretta una stanza e godermi un giorno in piu di pacchia dormivo nella stanza dove lavoravo e mi dava pure il lusso di avere una stanza singola, mi svegliavo presto, colazione rullo ecc… a volte il risultato era anche carino..





L amico Chris e tutti gli altri amici rider-montanari se ne erano andati, chi per un'altra stagione in europa, jappone o Himalaya o chi per l asia ma nonostante la mia vita oramai indaffarata e piena di distrazioni mi mancava davvero la natura e quello stato d animo che solo circondato da essa potevo avere e decisi che avevo bisogno di andarmene su un ghiacciaio. La zona delle alpi centrali la conoscevo oramai, con un occhio di superriguardo al tempo e i suoi cambiamenti io e un amico francese conosciuto da poco ma ossessionato dalle montagne e trekking decidemmo di darci da fare e programmarne uno bello, un po tosto ma gratificante, fuori dal mondo e possibilmente non turistico vista la bella stagione alle porte. Ma questo merita un post a sé, fu davvero epico ed emozionale.
Ultimo fatto degno di nota esclusi i due trek che posterò fu la potente scossa che successe la mattina dopo natale, il 26 dicembre. La terra aveva cominciato a tremare forte di nuovo appena andato a letto dopo la cena di natale, verso le 2 di mattina, svegliando tutti in quel giorno speciale. Il giorno dopo appunto, stavo andando al parco con un amica di mattina presto giusto per una pausa dalla vita di routine e verso le 10 stavamo per uscire dal centro già pieno zeppo di gente che correvano ai negozi e shopping centre per i grandissimi saldi doponatale, migliaia di donne impazzite tirate e truccate a matrimonio, il tempo bellissimo e sempre soleggiato, le temperature già intorno ai 27-30 gradi e tutti fuori a passeggiare… attraversai il semaforo quasi col rosso a l amica restò dall altra parte della strada… wrooooom….. per 6-7 secondi la terra tremò cosi forte che aggrappai il palo del semaforo, la vecchia chiesetta dietro di me, fatta di grosse pietre e cemento fece un rumore che ero sicuro mi sarebbe crollata addosso e tutti gli altri alti edifici attorno mi diedero davvero una sensazione di non avere scampo. Da qualcuno di essi cadde qualche pietra e si apri qualche crepo. Per i 5 minuti successivi nessuno parlo o si mosse, ne avevo avuti tante di scosse ma praticamente sempre nell ostello, avevo provato durante la cena, un sacco fin chè dormivo, seduto sul cesso (quella era stata interessante,mmm, cosa fare eh??) disteso in giardino al sole ma tutte piu leggere e mai spaventose, era routine.
Questa era 4.9 richter, inaspettata e l epicentro era sotto Christchurch e poco profondo, cosa che fa molta differenza. Chi lo ha vissuto disse che la terra tremò proprio come il primo terremoto di 7.2 che era però stato a 70 km dalla città e parecchio profondo oltre a essere durato 45 secondi.
Insomma, ci siamo tutti cacati addosso. Non si può spiegare la sensazione provata, onde, vento, pioggia, tempeste o altre calamità possono essere pericolose ma la sensazione di impotenza di quel momento era unica, si muoveva tutto, le case, i palazzi, il pavimento, o forse no, come facevo a capire cosa si muoveva e cosa no se stavo ballando anch’io??? E il boato iniziale??? Per i primi 2 secondi sembrava fosse esplosa una bomba in quella cazzo di chiesetta.


Presi l amica per il braccio ancora un po spaventata e cominciammo a camminare a passo veloce verso il parco, almeno stesi sotto l ombra dei salici saremmo stati al sicuro e ci saremmo potuti rilassare e scaricare un po di tensione.
Manco a dirlo per tutto il pomeriggio ci furono scosse di assestamento ogni 10-15 minuti e le sirene dei pompieri e della polizia erano tutto intorno al parco…

Al ritorno era tutto chiuso di nuovo, dovemmo fare un giro lunghissimo e ci accorgemmo che nel vero centro i danni erano molto piu di quello dove eravamo noi, nella piazza principale, chiusa, proprio di fronte all ufficio informazioni c erano mattoni ovunque….
va beh, capita...