martedì 1 marzo 2011

Sabah, amici, immersioni e cazzate

Il prezzo del volo era cosi basso che lo prenotai senza pensarci, so per esperienza che quel tipo di voli spariscono in giorni, a volte ore o minuti… Il problema è che ero in chiamata skype con mammina e fare due cose alla volta non mi si addice… il volo era di mattina prestissimo e pure nella megalopoli di KL non c erano bus o treni che andavano all aeroporto a quell ora. Fortunatamente il fratello di Carmen insistette molto per portarmici lui.
Check in, saluti e arrivederci, dormita di un paio d ore ed ero in borneo. Il borneo è un isola gigantesca condivisa tra Malesia, indonesia e Brunei Darulsalam.
La parte malese e composta da due stati, il Sabah e il Sarawak, entrambi pieni di attrazione faunistiche e floristiche tipiche e viventi solo in quest isola dal clima tropicale ma io ero li primariamente per immersioni e purtroppo so che mi sarei perso molte di esse.
Per le prime due notti avevo prenotato un letto via internet, giusto per non avere sorprese visto il caldo e lo zainone. Il primo impatto fu positivissimo, vidi il minibus pubblico n.17° appena fuori dall aeroporto come programmato, alzai la mano e si fermò al volo. I pochi passeggeri, un po stupiti dal vedere quest uomo bianco con sto grosso zainone ai bordi dell autostrada con 57 gradi e 500% di umidità sorrisero e si spostarono per fare posto a me ed al mio grosso compagno. Il sito diceva sarebbe costato circa 10 rm (ringgit malesi) ma di non sorprendersi se l autista mi avesse chiesto il doppio in caso il mio zainone avesse occupato un altro posto, e lo faceva.
Dopo meno di 20 min di corsa arrivammo alla stazione centrale, tutti scesero e pagarono, io aspettai per ultimo, diedi i 10 rm aspettando la reazione dell autista, li prende, li mischia con gli altri soldi senza dire niente, poi fin che prendo lo zaino mi chiama e mi fa per dare un bel 7 rm di resto…alla fine mi era costato 70€cent… io ci resto spiazzato e gli dico “keep them, keep them!” ma lui insiste, non vuole ne mance ne carità, mi sorride, chiude il van e va a bersi il caffè.
Piccole cose che però mi fanno già essere felice di non essere andato nella bellissima ma stressante Thailandia, e mi davano un anticipo del tipo di persone che avrei incontrato nei dintorni.
Avevo scelto l ostello cercando quello in centro ma con i voti Più bassi sul sito, non che mi piaccia stare nella merda, ma di solito nessuno li sceglie, e oltre ad essere vuoti e tranquilli poi lo staff ti tratta meglio proprio per riprendersi clientela e belle review.
Scelta azzeccatissima, avevo preso un letto in dormitorio ma indovinate un po?? Ero l unico nel dormitorio, praticamente avevo pagato 4,5 € a notte per camera privata con colazione e wi-fi e, grazie a dio, aria condizionata!!!



Avrei voluto uscire a dare un occhiata alla città, specialmente al lungomare ma per fare i 2 km a piedi avevo perso 6 litri di sudore, qualche metro in più sarei stramazzato a terra.
Dovevo organizzarmi, cercare sul web le scuole di immersione e andare a chiedere ad ognuna un prezzo e la possibilità di fare internship per risparmiare qualcosina sui corsi, trovare i ristorantini locali economici e vedere un po che si può fare nel tempo libero.
Trovai un centro abbastanza più economico degli altri, anche nei prezzi pieni dei corsi, e in queste situazioni, in cui ci si dovrebbe fare delle domande e porsi dei dubbi, invece ci casca l asino.. e chi piu asino di me?? Presi l appuntamento col capo istruttore il giorno dopo e scoprii che era inglese britannico.
Prendemmo un caffè al bar, si spararono cazzate per un paio d ore che non c entravano niente con il diving, più che altro sulla vita da quelle parti, sulle ragazze e sul clubbing possibile in città dove racattare su tutte le troiette del posto.. classico.. poi mi chiese
lui–tu vuoi fare il master vero.. quanto stai qua??-
io- non lo so-non ho date o appuntamenti
lui-ascolta, domani vieni alle 7:30 al magazzino, ci dai una mano con l atrezzatura e poi ti immergi con noi per qualche settimana, per la durata ne parleremo, ok??
Io-ok
Guarda caso il magazzino era di fronte all ostello dove stavo, mi svegliavo sempre per ultimo e mi gustavo la colazione vedendo loro aprirlo dalla finestra, e con comodo scendevo.. la scelta ostello si rivelò sempre piu azzeccata tanto che proposi un supersconto con rata mensile, vista la mancanza di clienti ovviamente non me lo rifiutarono.
In tre giorni ero già operativissimo e mi gustai il primo diving.
La mia task consisteva nell aiutarli a portare le bombole, le mute, i giubbetti, pinne ecc dal magazzino al porto. Li dovevamo caricare su un vecchio pick up che faceva un fumo nero pazzesco, dovevo mettermi la cintura di sicurezza rotta sopra la t-shirt cosi il poliziotto alla rotonda non mi avrebbe fermato e a volte dovevo pure guidar sto cartoccio quando entrambi i patentati avevano il day-off o erano in ritardo… si scaricava il materiale dall auto e si caricava su un carretto artigianale (tipo cariola) con 2 ruote su 3 bucate e si spingeva fino alla barca dove dovevamo scaricare tutto di nuovo. La sera, finito il tutto, quando chi paga se ne va a riposare in stanza e farsi una doccia, noi col caldo e il sole dovevamo ripetere il tutto ma viceversa.








La cosa non era certo un gioco da ragazzi viste anche le temperature, ma non sono mai stato pigro, mi andava benissimo e almeno avevo qualcosa da fare, un buon motivo per coricarmi presto e tenermi in forma.

All inizio mi immergevo con loro e stavo in coda, dietro ai clienti e davo una mano in barca a sistemare e controllare l equipaggiamento prima e dopo esse.
Giorno per giorno facevo amicizia con lo staff e mi accorgevo che ero nella compagnia giusta, erano tutti giovani, divertenti e soprattutto cazzari.
Piu prendevo confidenza e piu, oltre a sfruttare (o abusare) della mia voglia di fare, piu ci facevamo scherzi e sparavamo cazzate.
L atmosfera era davvero farfallona e quando c era davvero da far qualcosa sparivano tutti, ma questo rendeva ogni giornata divertente.
Mi insegnavano a come controllare l assetto meglio, come interagire con i clienti i quali, fare i breifing ai novizi dello sport e controllarli durante le immersioni, tutto ciò che fa parte dei doveri di un divemaster.




il nostro maestro, inglese, “Nick

Dixon, un divemaster filippino

L altro divemaster della compagnia, Judan, malese, e la ragazza di Nick

Jamlin, il capitano della barca, chiamato da tutti “Halong” che in lingua locale significa “strozzino” grazie al sue lavoro precedente


All inizio quando i clienti erano 2 fino a 4 era divertente e istruttivo, poi arrivò il periodo del “capodanno cinese” dove, per quasi tre settimane, tutti i cinesi e derivati (praticamente 1 persona su 4 nel mondo) chiudono i negozi, vanno in vacanza, si ubriacano e scoppiano petardi peggio che a Napoli nel nostro capodanno.
Ogni giorno i clienti erano di piu e la cosa si faceva davvero pesante… ogni sera arrivava il sms con “28 bombole, 12 giubbetti, 16 mute ecc ecc” , ogni giorno di piu e, soprattutto, quasi tutti turisti nuovissimi a questa pratica, oltre ad essere per l 80% cinesi ( o derivati, tipo Hong kong, singapore, taiwan e chi piu ne ha piu ne metta) che, piu che prendere un immersione come un privilegio di vedere la vita sottomarina nella pace e nel silenzio della situazione sembra piu un “cerca e distruggi e metti in tasca” del vario fondale corallino…
A volte facevamo 2 immersioni al mattino, pranzo e un'altra immersione, a volte 1 al mattino, pranzo e la seconda dopo, dipendeva dai clienti, ma le pause pranzo erano sempre benvenute e aspettatissime.
Nelle pause tra immersioni vicine si andava in un isoletta deserta a godersi il silenzio e riposarsi all ombra




e già li il panorama ti appagava delle fatiche.. poi ,appunto a pranzo, si sceglieva una delle altre due isole piu grandi dove sulla spiaggia, all ombra della jungla, c erano piccoli ristoranti locali dove riempirsi la panza a dismisura con cibo abbondante e buonissimo e fare quattro chiacchiere con i clienti.




e pensavo ai cani o gatti randagi che in altri paesi asiatici vanno in giro a mangiare i resti dei ristoranti… bene.. qui i gatti erano parecchio sviluppati, mangiavano tanto e quando venivano a cercare vicino ai tavoli facevano anche un po paura, certo questi non li avrei presi in braccio





pensavo anche quando alle elementari prendevo le lucertole e correvo dietro alle mie compagne di classe che scappavano urlando come fossero la cosa piu schifosa del mondo, mi sarebbe piaciuto averle li ora e avvertirle all ultimo secondo “hey, girati lentamente e guarda chi sta annusando i tuoi resti”
Pure simpatiche scimmiette babbuini trotterellavano nei dintorni, ma quelle non avevano nessuna intenzione di farsi accarezzare se non per morderti




Nick mi diceva sempre che immergersi è bello e rilassante, ma che insegnare può a volte non esserlo e bisogna trovare il modo di farselo piacere, divertirsi anche quando è dura o la tua passione potrebbe andarti in odio.
Quando i clienti erano tanti avevo la mia dura parte da fare e sfortuna volle che il tempo per molti giorni fu mutevole. Qui quando piove, piove forte, per poco tempo ma viene giù l impossibile e la visibilità sott acqua se fa 2 o 3 temporali al giorno diventa pessima, a volte 2-3 metri.
Prova a tenere sotto controllo 4 o 5 persone quando vedi solo le pinne dell ultima della fila… e qui arrivano le varie e divertenti avventure e disavventure del vostro supereroe.
La compagnia aveva due barche ma una era senza licenza e dovevamo accontentarci di una sola, barche piu grandi non erano possibili nei dintorni visto il fondale corallino tutto intorno la costa fino dopo le isole, questo faceva si che in qualche occasione la nostra barchetta sembrasse na di quelle che arrivano a lampedusa, con la sicurezza però che se fossimo affondati c erano giubbetti, maschere e respiratori per tutti!!!
Per il vero spirito degli affari che hanno i cinesi qui non si diceva mai “no siamo pieni” e cosi mi ritrovavo davvero a fare la guida e istruttore di alcuni novizi. Quando ero fortunato erano di Hong kong o singapore e parlavano un buon inglese, ma a volte no, e io col cinese non ci vado proprio a nozze, mi sembrava di essere tornato in cina a cercar di spiegare con gestualità, espressioni e suoni tipo “prrrr” o “blup blup blup” cosa dovessero fare in vari casi, e già qui si facevano un sacco di risate, sembravamo un gruppo di sordomuti ubriachi.
L unico che parlava cinese era il filippino, ma vi assicuro che farsi ascoltare da 8 rumorosissimi e logorroici cinesi era impossibile, bisognava dividerli come i bambini!!!




Di questi due, quello a sinistra capiva qualche parola d inglese, e traduceva a quell altro, ma dopo avergli spiegato 20 volte di non mettere la maschera in testa (facile, la mettevo in testa, e gli dicevo “no good, no good”, poi la toglievo o mettevo al collo e annuivo dicendo “yes, good!”) che si sarebbe annebbiata per sempre.. eccoli qui… con la maschera bella sigillata in testa. Ma simpatici da morire, per lo meno ridevano sempre.

In quelle due settimane ne successero di tutti i colori, mai niente di pericoloso ma mi feci tante grasse risate, vado a elencare le situazioni piu belle.

Doppia immersione con una coppia di japponesi sui 40, gia brevettati con una decina di immersioni, perciò lavoro facile, Nick guida e io in coda a dare una mano. Visibilità pessima, vedevo giusto le pinne del marito davanti a me. Ogni tanto si schiariva, ogni tanto vedevo a malapena le mie mani e dovevo fare uno sprint per avvicinarmi e accertarmi ci fosse ancora. Sembrava tutto andare per il meglio, ogni tanto giravo il collo per seguire la nuotata di qualche pesciolino colorato per poi ridare un occhiata e ritrovare le pinne gialle fluo di fronte… a un certo punto, dopo pochi secondi dall ultima occhiata, sul fondo sabbioso vedo giacere una cintura con i pesi e il japponese è sparito. La raccolgo e sprinto in avanti per vedere se Nick o la moglie si fossero accorti di qualcosa ma ovviamente a malapena riuscivano a vedersi tra loro. Già mi immaginavo sto povero ragazzo che con qualche movimento strano si era sganciato la cintura che era precipitata sul fondo e lui, senza più nessuna zavorra, con l accelerazione da navetta spaziale in decollo era partito per la superficie senza capire ne il perché ne con nessuna speranza di fermarsi… niente di grave, Nick andò a recuperarlo in 2 minuti
Un'altra giornata avevamo un sacco di gente e dovevo aiutare i divemaster a preparare i DSD (dyscovery scuba diving, prima immersione nella vita) e anche stavolta sembrava andare bene, una famiglia di 6 persone e io aiutavo mamma e entrambe sui 45 che dopo qualche ripetizione degli esercizi basilari, (togliere il respiratore, lanciarlo dietro la schiena e recuperarlo per rimetterlo in bocca, togliere la maschera e ripulirla dall acqua tutto ciò sotto acqua) fatti in spiaggia dove si può toccare il fondo stando in piedi. Piccola nuotata in acque confinate e tutto ok, si parte e tenendole entrambe per la bombola da dietro partiamo dove il fondo scende lentamente in profondità, giusto metro per metro, una di loro appena vede “il blu” in lontananza sclera, sale quei due metri per arrivare in superficie e non ne vuole sapere… mi chiede di riportarla alla barca, chiude gli occhi e si stende a faccia in su per non vedere dov è… terrorizzata dalla profondità… io che nuoto come un pazzo per trainarla dalla bombola in superficie e lei con gli occhi chiusi e braccia incrociate immobile che ogni 30 secondi mi chiede se eravamo arrivati… in barca ci racccontò poi che voleva un po battersi con le sue paure dell acqua che non sapeva nuotare (come il 50% di quelli che venivano a provare per la prima volta) ma io dico, non poteva cominciare con un po di snorkeling in spiaggia???
Un'altra storia è quella della coppia sui 50 anni che faceva il corso dii “open water”
Ma questa si svolse fuor d acqua. Eravamo al ristorantino dell isola e stavamo mangiando. Per me il cibo era incluso cosi non dovevo tirar fuori soldi ma era sempre lo stesso bbq tutti i giorni… questi due clienti dopo pranzo ordinarono un bel piattazzo di patatine fritte, croccanti e dorate con due salsine e sembravano proprio gustarsele di fronte a me.. io sbavavo, era un sacco che non me le permettevo, qui costano un sacco visto che sono considerate “western food” e anche difficili da trovare se non nei costosissimi ristoranti per europei in vacanza, non nelle bettole dove vado io.
Ovviamente, gentili come sempre mi offrirono, Manu, mangia quante ne vuoi, non farti problemi!!! Che avessero notato la bavetta??? Ne presi giusto un paio, non mi va neanche di fare lo scroccone morto di fame, e alla loro insistenza mi inventai la scusa “no, grazie mille, giusto un assaggio è ok, non voglio esagerare prima dell immersione” e loro diventarono subito seriosi… dici che sia male mangiare patatine?? Che siano troppe?? Non è che stiamo male per l immersione?? Mi presero cosi sul serio che non presero piu neanche una patatina e dopo un po di conversazione tornarono alla barca a prepararsi… io ero rimasto solo al tavolo con un piatto di croccosissime e dorate french fries con due salsine senza nessuno che le mangiasse, e darle in pasto al lucertolone o alle scimmie sarebbe stato un gran spreco… pensai…forse dovrei sempre dire ai clienti di non riempirsi dopo che abbiano ordinato qualche delicatezza… ah ah ah… ovviamente senza pensarci 2 volte riemppi le mani e inghiottii tutto il rimanente come se non ci fosse stato un domani…

L ultima storia, la migliore, fu quella di palla di lardo e la sua famiglia cinese in vacanza. Quel giorno davvero era uno di quelli in cui mi rotolai nel fango dalle risate. Oltre alla visibilità pessima sott acqua anche il tempo era brutto. Nick aveva i suoi corsi e i due divemaster avevano appunto questa famiglia di 6 persone che non avevano mai fatto un immersione e la metà dei quali non sapeva nuotare ed erano tutti agitatissimi e logorroici, facevano mille domande in varie lingue, si giravano, scontravano e ferivano a vicenda, si prospettava l inferno sott acqua.
Già dall inizio, le istruzioni e i soliti esercizi fatti in acque superficiali in spiaggia erano un casino, cercavano di camminare con le pinne cadendo sempre all indietro, urlavano si dimenavano come pazzi, sembrava l asilo. Li dividiamo in gruppi di due per rendere il tutto piu agevole e fare le prove ed esercizi e mi capitano una ragazza eccitatissima e un gigante con una faccia enorme e un sorriso stampato in faccia che non capiva neanche una parola di quello che dicevo.



scoprii che la pazienza è una delle qualità che un divemaster deve sviluppare. La ragazza capiva bene l inglese ed era brava, capiva al volo e ripeteva tutti gli esercizi senza problemi, il suo problema era che ogni volta che mi giravo e cercavo di comunicare con il gigante lei spariva e dovevo andare a cercarla in mezzo alle decine di altri sub novizi nei dontorni, lei non vedeva l ora..
il gigante era davvero esilarante, piu alto di me, almeno 140kg di peso e una faccia della larghezza del mio torace… la maschera era troppo piccola e metà delle narici erano fuori… continuavo a dirgli (a gesti ovviamente) di abbassarla e coprire il naso o sarebbe affogato, e lui?? Rideva e diceva si, senza ovviamente far niente.. ogni volta che scendeva sott acqua e cercava di fare gli esercizi la maschera gli si riempiva d acqua e il naso pure e risaliva…mi guardava..rideva e mi mostrava che la maschera gli si riempiva d acqua… a un certo punto mi venne in mente la scena di “full metal jacket” e il gigante pelato col sorrisino stampato, appunto, palla di lardo, e ogni volta che sorrideva, disperato e pieno d acqua nella maschera non riuscivo a trattenermi.. era lui..uguale.. e io avrei voluto urlargli “ma riesci a coprirti il naso con quella cazzo di maschera invece di quasi affogare ogni volta e ridere?? Ma tu succhi cazzi o ci soffi dentro per gonfiarli” Presi la maschera e la spostai in basso personalmente (facendo un po l effetto fionda sulla faccia, era strettissima) ma dopo 3 secondi mezzo naso era ancora fuori.. e lui rideva… io pure, non riuscivo piu a trattenermi, dovetti chiamare Dixon, il divemaster che parlava cinese, non che cambiasse molto ma almeno ebbi l opportunità di sparire al volo e portare la ragazza a vedere qualche pesciolino e qualche corallo per 20 minuti e farla contenta vista la sua eccitazione







Dopo aver scaricato palla di lardo e dopo una veloce ma divertente immersione tornammo sulla barca, pausa sull isoletta deserta e pronti per la seconda immersione, e già a pensare a “palla” mi veniva male. Il fatto che volessero le foto mi salvò e dovetti caricare con me solo la macchina fotografica, Dixon avrebbe fatto il doppio turno portando due di loro alla volta. Tutto questo mi permise di godermi il panorama finalmente, poter fotografare loro e, nonostante la pessima visibilità anche simpatici incontri con una stingray e una tartaruga gigante seccata da tutto il trambusto di sto gruppo di cinesi superattivi






e mi stavo ammazzando dalle ristae che quasi affogavo a vedere come Dixon sclerava, lui bravo e professionale cerca sempre di dare il meglio e di far avere ai clienti una bella immersione, e per tenerli sia sotto controllo che in sicurezza li tiene saldamente dalle taniche, a volte nuotando contro il loro salire/scendere e i mille movimenti di braccia con i qiali lo colpiscono in faccia e tirano di qua e di la… ero proprio felice di essere il fotografo, grazie a Dio per i malesi il “bilanciamento del bianco” o le foto in “macro” erano roba aliena…







ovviamente la parte piu esilarante era vederlo portare palla di lardo e il suo mezzo naso fuori… non so come facesse a sopravvivere ma ce la faceva anche se si faceva portare a zonzo a peso morto, neanche ci provava a muoversi o nuotare, o forse aveva la maschera talmente piena d acqua che trattenne il respiro per tutti i 20 minuti, ma ogni volta che controllavo fosse vivo.. rideva…





io vi giuro stavo affogando dalle risate, Dixon nuotava come un pazzo per portare in giro questo peso morto che si guardava il panorama “trainato” dalla bombola come fosse un tour… a volte sembrava davvero un “corpo senza vita”, ma il sorrisino lo tradiva… cazzo che risate fin che gli facevo le foto e immaginavo la stanchezza di Dixon… ma io dico, non poteva farsi un tour su una di quelle barche con il fondo di vetro???




E cosa disse poi una volta tornato in barca “mamma mia, dopo aver visto tutto sto pesce mi è venuta una fame!!!”… ma come?? Ma questo quando guarda i pesci invece di godersi i colori, i comportamenti e le forme bizzarre li vede già belli fritti in mezzo alle noodle??? Uno di loro raccolse persino una di quelle bellissime stelle marine blu e se la mise in tasca!!!

Di cose cosi ne avrei tante da raccontare, e so che ne vedrò altrettante nelle prossime avventure in mare, e questo post è già abbastanza lungo.
Vorrei chiudere parlando però di qualche aspetto negativo visto che fin ora sembra sia tutto rose fiori e divertimento. Qui in asia l educazione all ecologia e al rispetto della natura non è ancora arrivata. Vedo tantissimo la differenza tra noi europei e americani e gli asiatici, sia i locals malesi che (soprattutto) i cinesi… finita la sigaretta mi deridevano per il mio portacenere portatile, loro buttavano tutto in acqua, filtri, sacchetti di plastica e lunch-box di polistirolo… i cinesi sott acqua erano incredibili, volevano toccare tutto, spezzavano i coralli e li portavano in superficie, si attaccavano e calciavano tutto, cercavano di prendere i pesci e si agitavano come pazzi, a volt ela cosa mi infastidiva non poco e quando si tagliavano le dita un po mi faceva piacere, come se non gli fosse stato detto.
L'altro aspetto a cui ultimamente penso molto è “”cosa cazzo ci faccio qui”, alla fine il corso master era un regalo che volevo farmi con gli ultimi mesi di lavoro in NZ, ma piu passa il tempo e piu mi rendo conto che il caldo e il mare son belli per un po ma non fannoo per me.
Gia gli amici qui mi danno raccomandazioni e indirizzi a cui chiedere lavoro una volta completato il corso, e ogni mattina mi sveglio sudato e mi rendo conto che il mio corpo al caldo umido soffre, mi diverto e faccio esperienze, immergersi è magico, ma quando continuamente cerco un angolo in ombra per ripararmi da quella sensazione di soffocamento e stanchezza che mi dà l afa il mio pensiero torna in mezzo alle montagne bianche e fresche, nel silenzio e in quella sensazione di spazio e benessere mentale che qualche mese fa provavo… nel prossimo mese prenderò tante decisioni perché per ora non ho ne piani ne biglietti aerei, ma penso proprio che il mio cuore una decisione l abbia già presa da parecchio… intanto mi godo il momento e vedo di dare il meglio, ci vediamo nel prossimo post, byeeeeee