giovedì 18 giugno 2020

Covid-19 Lock down

Sei anni di silenzio. Ci voleva una pandemia per farmi avere tutto il tempo libero del mondo.

come si fa a ricominciare un blog dopo 6 anni di silenzio? Davvero non ho mai trovato tempo per scrivere? O con l avvento dei social media, la magia di scrivere e aspettare amici e coniscenti che leggano delle mie avventure e i loro commenti, era finita perche a quel tempo, tutto stava diventando istantaneo, e le possibilita di contattarsi molto piu facile e diretta.
Quando un po tutti cominciavano a essere capaci di postare foto delle loro vacanze o gite, e commentarsi a vicenda, avere un blog personale o di viaggio non aveva piu l attrazzione che aveva prima. Prende troppo tempo, troppe mosse di upload etc, quando facebook faceva tutto questo in istanti.

E con qualche anno pure quello e altri social, dopo averli provati e usati per molto, mi cominciavano a lasciare un gusto amarognolo in bocca.

A gennaio festeggiero i miei 10 anni in Malesia, ed e quasi da non crederci. Quando la maestra alle elementari mi chiese cosa volevo fare da grande, le dissi “l astronauta”.
Poi sai nella vita, crescendo, i sogni cambiano, e le necessita poi cambieranno i sogni, mettendoci in ginocchio, a volte, di fronte a quello che “dobbiamo fare” invece di quello che vogliamo fare.
Ma sinceramente, l istruttore subacqueo in borneo, davvero non era in nessuna delle mie idee o opportunita in nessuno stadio della mia vita, davvero, non l avevo mai considerato come una “professione”, ma piu un hobby o part time per divertirsi e perche no, avere qualche extra soldo da mettere da parte facendolo nel week end.


In 10 anni sono passato dal primo dive center dove avevo fatto il tirocinio per 4 mesi, ad aprire da zero, un centro immersioni con un amico malese (di Kota kinabalu, sabah), ad aprirne un secondo interno su un isoletta della zona (da consulente) per poi, recentemente, ad aprirne un terzo dall altra parte dello stato del sabah, vicino a Sipadan island, uno dei 5 posti migliori al mondo dove fare immersioni.






La storia della fondazione di questa nuovo centro immersioni e brevetti e stata la conseguenza di tutto quello fatto e vissuto nei miei primi 8 anni in malesia, le persone che ho conosciuto in questo tempo, e tutte le cose importanti e interessanti che ho imparato, a livello professionale, ma, soprattutto, a livello umano.

Ma invece di parlare di quello, e della fantastica esperienza di cominciare DI NUOVO da zero, e creare un qualcosa in un posto nuovo con persone nuove e culturalmente diverso, avendo dopo meno di due anni gia, due basi, 5 istruttori e 4 divemaster che lavoravano tutti i giorni, parlero del COVID-19, che e’ molto meno eccitante e noioso.

Mi ritrovo, non so come, a Koh Phangan (come nell ultimo blog qui sotto!!)
Finisco sempre qui, prima o poi. La chiamerei la mia terza casa.
Ma questa volta sono qui perche non avevo troppe scelte, il novel corona virus aveva fatto si che il governo cinese chiudesse tutti a casa e che nessuno potesse viaggiare, e io dalle stelle.... sono passato alle stalle.

Se ci fosse stato un momento nella mia vita dove sono stato finanziariamente sicuro, con reddito stabile e in salita col tempo, il giusto numero di vacanze, e liberta di autonomia nell organizzarmi il tempo con il lavoro, sarebbe stato nel  2019, finalmente.
Per anni, ho solo cercato di migliorare in tante cose e crearmi delle capacita che mi diano un futuro, invece che focalizzare sui guadagni, ed ora che finalmente qualcosa di solido e efficente era stato sviluppato, kaboom!

Ma immagino che tutto succede perche deve succedere. Come il terremoto che ha distrutto la citta di Christchurh, e mi ha lasciato a piedi senza un lavoro e un posto dove vivere, l inland tsunami che ha allagato molte citta come brisbane (queensland) da dove ero scappato.
Devo avere fatto qualche patto col diavolo inconsciamente, che se la vita comincia a essere liscia e prevedibile, qualcosa deve succedere e deve darmi nessuna scelta, ma essere creativo e inventarmi qualcosa.

Un qualunque buon membro della societa veneta italiana, mi direbbe al volo “tagliati i capelli e vai a lavorare per davvero!”
“che hai 40anni!”

Si insomma, sono lontano dall italia, ma, come tutti, seguendo le news, resto aggiornato dei piu di 5000 deceduti nell ultimo mese, e come la maggior parte di noi, non me l aspettavo proprio.
Come la maggior parte di noi pensavo fosse un problema asiatico, e che sarebbe restato in asia, eche questi contagi di larga massa  sono cose che succedono solo nei film, vista la sanita e la tecnologia che abbiamo a disposizione di questi tempi.

Ripartiamo da febbraio. Il virus era appena scoppiato in cina, e i turisti erano spariti in meno di due settimane. Da 60-70 persone al giorno eravamo passati a 4-5, per farvi capire come i turisti cinesi siano tranquillamente il 95% del turismo nella mia zona.
E cominciava ad essere chiaro che era una vera emergenza. Il virus in qualche giorno, non era piu limitato nella citta Wuhan, e neanche nella sua provincia (Hebei) ma si era sparso nel resto della cina. Durante il periodo di febbraio non c erano notizie di questa pandemia mondiale, ed io, che sono abituato a tornare in italia quasi ogni inverno, per godermi la stagione sciistica per almeno un mesetto, avevo cominciato a pensare che sarebbe stata l occasione giusta per farmene due di mesi quest anno, marzo e aprile, i miei mesi preferiti per la montagna, dove la maggior parte della gente si e gia stufata e va di meno, e gli appasionati come me possono godersi piste semivuote per allenarsi, e un fine stagione all isegna dello sci alpinismo per tutto aprile.
Con la scusa di questo virus e dei cinesi che non potevano piu muoversi avevo pure trovato un volo della quatar a meno di 400 euro A/R a venezia. Piu bello e comodo di cosi non poteva essere.

Prima del mio ritorno pero avevo un appuntamento in indonesia. Un Grosso Imprenditore malese, tra gli altri mille businnes che aveva, aveva aperto un resort di alta classe in un isola paradisiaca fuori dal mondo, in territorio indinesiano, e aveva pure un centro immersioni, visto che era il motivo principale per i turisti per andare li.
L'isola e famosa, ma più che altro per subacquei, per la rara possibilità di vedere  Tutto ciò che uno potrebbe sognare di incontrare sotto acqua, in una zona di sole 3 isole. Maratua, Kakaban e Sankalaki





Il Resort era 5 stelle, come lo era quello che si puo vedere sott acqua. Mante, squali balena, branchi di barracuda, squali leopardoetc, tutto quello che un subaqueo poteva desiderare, tutto in un posto solo.
Il suo problema era che non aveva un team con esperienza per gestire appunto la parte immersioni, visto che il suo focus era il resort.
Tramite conoscienze ci contatto’ a novembre, quando feci il mio primo sopraluogo al posto.
Mi lascio veramente entusiasta, vidi tante varieta di pesci che non avevo mai visto in 15 anni di immersione, e scambiai tutte le mie impressioni con gli altri soci, per poi tornare appunto a fine febbraio, ma questa volta come consulente e guida subaquea.
Era la nostra occasione per espanderci ed dare una nuova possibilita ai nostri clienti. In malesia piu che altro avevamo principianti che prendevano il brevetto o facevano le prime esperienze, ma il nuovo posto era invece solo per subaquei con esperienza.
Ogni immersione si scendeva minimo a 30m, se non a 40, nell 80% delle immersioni c erano correnti fortissime, talmente forti da strapparti l erogatore di bocca girando la testa per guardarsi da un lato. Squali e barracuda dappertutto, il fondo non si vedeva mai visto che erano tutte immersioni su muri verticali, dove a volte bisognava agganciarsi con una mini ancora (hook), per godersi la vista senza essere spazzati in acque aperte.
insomma, una gran figata, con la garanzia di rendere tutti i clienti soddisfatti.
Giusto per far capire meglio, metto il link del video che ho fatto qui sotto.



Durante questi giorni di lavoro in indonesia, mi ero reso conto che non era proprio una bella idea tornare in Italia, proprio in questo periodo era chiaro che nel mio amato paese questo virus  stava cominciado a diffondersi molto velocemente, e, insieme alla korea del sud, stava succedendo esattamente quello che era successo in cina.
Insomma, la mia stagione sciistica stava per andare in fumo, e se fossi tornato in Italia, di sicuro mi sarei ritrovato chiuso in casa per settimane o mesi, ad affrontare il panico totale, e che tornare in asia con tutto questo chaos sarebbe stato davvero difficile.
Ai tempi non era ancora chiaro tutto questo, ma avendo seguito bene le vicende cinesi, era molto piu chiaro a me, che non fa a tutti gli italiani, che ancora sottovalutavano quello che stava per arrivare, e che in generale ci scherzavano sopra, in un atmosfera di incredulita e ignoranza di quanto contagioso fosse.

Cambiai i miei piani al volo e presi un volo per bangkok, in thailandia. Per l ennesima volta, andai a trovare i miei grandi amici che abitano nella capitale thailandese, dove vado una media di 3 o 4 volte l anno.
Non e che la citta e il suo chaos mi entusiasmino molto, ma la coppia Italo -polacca che ci vive si. Negli anni in cui avevano vissuto a Kota Kinabalu (Sabah, Malesia) avevamo costruito un rapporto forte e duraturo, e non mi sono mai perso un occasione per incontrarli e passare qualche giornata con loro a raccontarcela e scambiare opinioni e fatti sulle nostre vite e progetti.
Ho sempre avuto un debole per quelle persone che vivono la vita a modo loro, senza essere mai influenzati da societa o luoghi comuni, e con questo tipo di persone ho sempre tanto da parlare e condividere, ma sopprattutto da imparare!







La prossima tappa della mia fuga dal virus sarebbe stata koh Phangan, la mia amata isola, quel posto magico che riesce sempre a farmi sentire a mio agio e a rilassarmi, fisicamente e mentalmente.
Penso di essere l unica persona al mondo che e stata su quest isola cosi tante volte, e che non e mai andata al famosissimo “Full Moon Party” e mai neanche ci andro, mi rovinerebbe tutta quell atmosfera e attaccamento che ho con quest isola.
Ho rischiato di farci un salto un paio di volte, cambiando pero sempre idea all ultimo momento, facendomi irritare da tutti quegli inglesi e russi ubriachi e sbruffoni che gia cominciano ad esserci un paio di giorni prima del party.
Diciamo che quest isola e divisa in diverse parti, con diversi stili di gente e di vita.
Il sud e pieno di ostelli e dormitori, pieno di giovani backpackers, sui 18-20 anni, con pochi soldi e tanta voglia di far festa, bere e drogarsi e far orgie in spiaggia. Niente di male, beati loro, ma di sicuro non e qualcosa che mi attira per niente.
Piu a nord si va, e piu tranquilla l isola diventa, e pure la qualita delle camere, bungalow o resort, e anche l eta media e lo stato sociale dei turisti cambia.
C’e’ anche una zona molto Hippy, ma a me sembrano tanto hippy con i soldi. Hanno centri yoga moderni, con bungalow vista mare, e si fanno pure pagare. 
Altri resort sono proprio belli, curati e puliti, con piscine e facilities fantastiche, ristoranti a standard (e prezzi) europei che servono tutto cio che si potrebbe trovare nel mondo occidentale, ma con tavoli e sedie di bamboo, candele sul tavolo rigorosamnte in spiaggia, o su un terrazzo fronte mare.
In effetti, per un nord europeo, scandinavo o russo, che vivono nel freddo e maltempo per la maggior parte dell anno, e per i quali di solito i soldi non scarseggiano, questo e un sogno. 
Quando e ora del tramonto, che qui e’ di solito da cartolina, i beach bar si riempiono, e tutti questi occidentali si prendono un posto in prima fila per gustarselo, con una birra e una piadina, o kebab, pasta, pizza, o qualunque sia il treat di cui hanno voglia in quel momento.

Carmen, la mia ragazza da oramai piu di dieci anni, mi raggiunse qualche giorno dopo che arrivai, la quale saggiamente decise, che se ci fosse stato un lock down, una grande citta (lei e’ di Kuala Lumpur) era l utlimo posto dove vorrebbe trovarsi.
E in effetti, chiusa tra 4 mura di cemento per mesi, poteva essere un incubo, ed era quello che sarebbe successo pochi giorni dopo che mi raggiunse alla sua famiglia e a tutti i 12 milioni di abitanti di Kuala Lumpur.

Aprile piano a piano arrivo, e il panico in Italia era gia sparso e tanto, e cominciava a diffondersi anche nel resto dell europa. 
In sud est asiatico erano stati individuati i primi focolai, ma si sa, gli asiatici sono molto piu paurosi e ansiosi di noi, e in questo caso direi che e stata una cosa positiva, visto che chisero tutte le scuole e i businness subito, senza pensare troppo o aspettare.

Io, in un modo o nell altro, per fortuna o per delle belle intuizioni, ero sempre riuscito a scappare ed evitare al pelo tutte queste sfortune e panici travolgenti che svuotavano supermercati e farmacie, creavano code e facevano impazzire le masse di paura.
Vedevo le notizie su internet, ma queste cose, viverle e vederle su schermo fa un effetto molto differente, e come guardare un film di orrore sugli zombie, ma poi quando si spegne la TV tutto finisce e si dimenticano i fatti, andando avanti con la propria vita, tornando sull amaca a leggersi un libro.
Qui sull isola il panico non e mai arrivato, gli unici casi di cui sentii parlare erano due idioti (italiani) che erano scappati da Ko Samui (l isola 3km a sud da qui) per scappare dalla quarantena imposta dalle autorita. La notizia scoppio in tutta l isola, questi due diventarono ricercati famosi perche la polizia segnalo’ con foto dei loro passaporti, a tutti gli hotel delle altre isole, cosi, ovunque questi due provassero a registrarsi, sarebbero stai presi, e cosi fu.
lasciatemmelo dire, che coglioni! Sono sicuro che le autorita thailandesi non l hanno fatta passare leggera a questi due, e se la sono meritati!
Carmen, molto piu brava e paziente di me quando si tratta di ricerche su internet per stanze o appartamenti, voli o informazioni in generale, trovo un posto fantastico dove poter alloggiare, un sogno a occhi aperti dire. Doveva avere la cucina visto che volevo mangiare bene e il tempo per cucinare non mancava, e grazie a lei trovammo questo “Yoga retreat” resort, con villette autonome costruite su un scogliera a picco sul mare.
Mai stato in un posto cosi bello su quest isola.











Scoprimmo poi che questo posto non e di solito aperto al pubblico, ma e riservato per gruppi e associazioni che fanno “retreats” particolari, e per quello non ne ero a conoscienza o non ne avevo mai sentito parlare.
In effetti e in una specie di piccolo “fiordo” separato dai dintorni, con una spiaggietta piccola ma privata, e delimitata da scogliere su entrambi i lati, perfetto per la privacy.
Spesso per allenarci in apnea statica, scendavamo in spiaggia, dove l acqua e’ bassa per un bel pezzo, piu o meno 150-200 metri di distanza (dipende dalla marea) per arrivare fino a dove non si tocca piu il fondale.





E spesso ci rendevamo conto che la nostra spiaggia era sempre frequentata da nudisti, di tutte le eta e le razze.
Si godevano un bagno nudi, meditazione al sole nudi, yoga nudi, insomma un po di tutto, ma nudi. Che fa bene.


Fin che facevo il buddy a Carmen, nel silenzio del nostro allenamento in apnea, Sentivo spesso parlare intaliano, fin che mi decisi a scambiare quattro parole e saperne di pu sul posto dove eravamo e della zona in generale.
Mi ritrovai a chiacchierare con due simpatici e accoglienti napoletani nel loro portico. Mi invitarono subito e sedermi nella loro postazione tattica frontemare, con amache, poltrone tavolino, e subito un bel caffe!
Che buono il caffe, appena dopo il primo sorso, sentii che era stato fatto con la moka, cosa scontata in Italia, ma non per me, che essendo spesso in movimento, o vivendo in posti dove si trova solo caffe istantaneo, un sorso mi fece già sentire a mio agio.
Era più o meno l ora del tramonto, e piano a piano, tutti gli abitanti dell isola, si spostavano verso la spiaggia, preparandosi un posto comodo per godersi la vista e i colori. chi con un asciugamano sulla sabbia, chi in un beach bar, con una birra e il telefonino sul tavolo, messo in flight mode per l evento, chi sulla amaca con un libro, e di sicuro chi si ammazzava di selfie durante la parte "cielo arancione".
Qui da I due napoletani, Mario e Rosy, aumentavano i visitatori, e spesso si formava un gruppetto di chiacchiere, tutti più o meno europei che vivono in Thailandia da anni o decenni, tutti perciò con un contesto e idee simili, ma di sicuro creative e diverse dalla massa europea, un atmosfera interessante e piena di punti di vista.
Più tempo passo su quest isola, e più mi rendo conto di cosa fa innamorare gli europei di questo posto, cosa la nostra società occidentale ordinata, produttiva e piena di regole, fa pensare a queste persone che per trovare senso e scopo, debbano andare cosi lontano e adattarsi a tutte queste differenze sociali e culturali.
Tanti italiani in quest isola, e tantissimi ristoranti italiani sparsi per tutta l isola, piccoli, medi e grandi, quesi tutti sul mare. E il turismo qui non e mai mancato, ed e sempre aumentato negli ultimi 15 anni, fino ad ora.

Facendo un riassunto dei 3 mesi di lock down per il covi-19 in Ko Phangan, ho avuto una grande fortuna e intuizione di venire qui. Niente restrizioni di movimento, mai mancato niente, supermercati aperti e ristoranti facevano tutti il take away, potevo andare a correre e nuotare senza restrizioni, avevamo una villetta vista mare con cucina, abbiamo imparato a cucinare con i prodotti che si trovano qui, dedicato tanto tempo allo sport e al miglioramento dei miei tempi di corsa, stile di nuoto in mare aperto, un gran passo nel miglioramento del mio tempo di apnea statica, e qualche esercizio e posizione difficile di Yoga.






Un sacco di youtube come tutti immagino, buone dormite, gran mangiate e un po di contatto con la comunità expat locale dell isola, che avevo sempre saltato quando venivo qui.

Per ora, quasi fine giugno, non ho ancora idea quando le restrizioni per i viaggi internazionali sarà aperta di nuovo, non so quando potrò tornare in Malesia, e se ne vale la pena di voler tornare presto, visto che comunque lavoro non c e nne, e non ce ne sarà per un po.

Con queste insicurezze, paure e dubbi, che stanno passando per la testa all 80% della popolazione mondiale, e difficile fare piani o strategie. Le cose cambiano troppo in fretta, a volte nel meglio, a volte in peggio, e siamo tutti forzati a vivere per giornata, fare piani massimo una settimana, e poi ripianificare conformandosi ai cambiamenti di leggi e nuovi obblighi da seguire.
Per un po abbiamo avuto un po tutti il feeling di essere in prigione, poi paura di ammalarci, paura di chi tossisce per strada, paure e paure. 

Non lo so che succede domani, ma ci stanno riempiendo di paure per qualche motivo non ben chiaro al momento, ma che, ,come la storia insegna, lo sarà più avanti.  E piuttosto di diventarci paranoico sopra a questo pensiero, e cercare di indovinare che cospirazione c e dietro, vado a farmi una nuotata in marei, calmo come un lago alpino, ma caldo come le acque termali.