martedì 29 giugno 2010

The Receptionist



A volte nella vita capita di fare cose strane, una di quelle che non avevo ancora pensato di fare era il receptionist. Anche stavolta ilò fato mi sorprende con una serie di coincidenze strane che un giorno, controllando la mail a casa di amici mi fa trovare questa offerta di lavoro. La cosa mi garbava parecchio, non il tipo di lavoro, ma il fatto che invece di passare 3 settimane a spendere soldi andando in giro senza mete ne un vero interesse in qualcosa potevo passarle al caldo, con un vero letto e sotto un piumone, internet cucina e tutto il resto, senza pagare una lira e venir pure pagato. Purtroppo ho dovuto correre sul posto in 2 giorni, ma andava bene anche quello, non potevo aspettare di vedere la faccia di chi, senza avermi mai visto o parlato insieme, avrebbe pagato me! per stare in reception.
Durante il viaggio, mi fermai su un passo alpino a fare un paio di snoubordate selvagge appena sopra i 1000 metri dove la neve era parecchia e non ho saputo resistere, il lato negativo è che ci ho dovuto poi dormito li, e la notte ha fatto davvero freddo, ma poco importava, dal giorno dopo sarei stato di nuovo sull oceano.
Arrivo sul posto, una città di nome Oamaru, abbastanza grande (per la NZ) ma con poche vere attrattive, per giunta pure meno turisti. Tutti quelli che si fermano lo fanno solo per le colonie di pinguini di diverse speci che si aggirano sulla costa.
Appena entro nell ostello ho un ottima impressione, è una casa di 150 anni, una delle prime della città, su due piani e con tanto fascino e un isolamento termico terrificante. Di solito se fuori c erano 6 gradi dentro si era sui 3… Di notte c era l inversione termica ma cambiava solo la temperatura esterna. Ma tutto il resto era davvero originale. E il nome…Chill a while… cazzeggia per un po… dopo un paio di giorni ero anch io nell atmosfera giusta.
















Il mio compito era di prendere prenotazioni, fare i check in, raccontare balle sulle attrattive della città dato che non ne avevo idea, e organizzare quello che succedeva nell ostello. Avevo a disposizione 5 persone che erano quelli che invece di pagarsi il letto mettevano a disposizione la loro mano d opera per 3 ore al giorno. Io facevo i turni e davo le mansioni, un potere non da poco sulle loro vite quando era il turno dei cessi o di rasare il giardino con quel rudimentale e arruginito atrezzo a mano pesantissimo. Il problema è che io fin ora avevo solo raccolto mele, vissuto per mesi in un van o in giro per i boschi e tutto d un tratto mi ritrovo nella civiltà a incontrare un sacco di gente tutti i giorni, sorridere e rispondere a domande idiote sui pinguini e gestire un piccolo ostello e tutte le esigenze. Fortuna l ex receptionist decise di restare per qualche giorno e tutto fu piu facile.
Dopo qualche giorno, una mattina tutti i clienti avevano lasciato l ostello e per quella sera non c erano prenotazioni. La padrona la si vedeva un paio di volte la settimana, una ragazza kiwi 30enne, apertissima, una specie di artista, l ostello alla fine l aveva creato lei, con le sue idee. Quella sera potevamo finalmente la casa per noi 6 e farci un bel falò in giardino.
Un oretta prima del mio orario lavorativo Till, l ex receptionist, mi invita dai “vicini” per incontrare un po di kiwis durante una delle loro sessioni. Erano semplicemente 6 teenager con atteggiamenti reppettari che parlavano una lingua incomprensibile, immagino sia come sentire il dialetto bergamasco per un siciliano. La gente qui, lo ripeterò fino alla morte, è proprio insana, io pensavo di essere un cazzone a 16 anni ma qui sarei veramente sotto la media.
Fatto sta che tornati all ostello (40m) dopo la sessione kiwi, pronti a rilassarci al sole nel giardino sul retro con un milkshake con gli altri cominciano ad arrivare clienti da tutte le parti. Non eravamo preparati e informati sugli eventi, una grande partita di rugby, l ultima nel vecchio stadio per poi aprire quello nuovo fatto per i mondiali dell anno prossimo. Questo ce lo dissero il primo gruppo arrivato. Di solito in questi eventi si prenota, ma va beh.. qui no. E poi perché tutti nel giro di un ora da quando mi ero seduto al sole?? Ovviamente abbiamo chiamato alle armi tutto l esercito, gli altri 4, visto che noi due eravamo oramai in panico e stavamo pensando a una fuga dalla porta sul retro. Ci siamo dati da fare, pulito preparato al volo due camere in disuso da tempo ecc ecc Ma quello è stato l apice. Il resto del tempo non ho fatto piu poco niente.
Ogni 10 giorni cambia il gruppo dei lavoatori per il letto, e quando capitò fu un disastro. Anche li ho dovuto pregare l amico Till di restare. Stavolta erano tutte donne. Una finlandese, una malese, una russa e una taiwanese.. ma che mix è?? Ognuna con i suoi problemi e le sue lamentele e l asfissiante ripetente frase “che freeeddoooo” ripetuta ogni 30 secondi per 20 ore al giorno. Alla fine invece erano fabtastiche e soprattutto le asiatiche mi facevano davvero ridere con le loro domande surreali ma sempre educatissime e rispettose. Un giorno le ho portate in spiaggia, era dura accederci per via di un cliff di 3-4 metri nel quale servirebbe una scaletta. C era invece un posto dove una frana aveva creato come degli scalini naturali a parte il primo saltino di circa un metro. E anche li ho dovuto strapparmi i capelli a guardarle per mezz ora farsi foto eroiche ad aiutarsi a superare l enorme ostacolo con facce spaventate in pose da Manolo in free solo… mi sono rifiutato di fare una foto cosi, fare l eroe su uno scalino che mi arriva alla cinta con tre di loro che mi tengono e vederla su facebook no!!

Poi arrivò il mio 31 compleanno e tutta la roba che mi cucinarono mi ha quasi commosso








Una bella serata con tanto tanto cibo, tante torte e tutte di cioccolata… pazzescamente perfetto.. poi dopo il domino e la costruzione dell ennesimo taji mahal




Lo scopo del mio domino era appendere quel fottuto teddy bear della figlia del capo che rompeva le palle come 10 bambini iperattivi ma la cosa non la toccò, lei faceva di peggio al povero orsetto



Mi hanno fatto pure i regali, le donne un sacco di differenti tipi di cioccolata, l amico Till un caffè di quelli pregiati e Kelly, la padrona, due di quelle palle collegate ad una corda da infuocare e far girare intorno alla testa fatte da lei… mmm… non so se le userò ma carine.
Col tempo tutto è diventato routine, facile da sbrigare e il tempo libero aumentrava. La maggior parte delle ore lavorative le passavo a giocare a ping pong contro il muro alla forrest gump, oppure a cazzeggiare in giardino.

F



Spesso i clienti erano artisti o musicisti e alcuni di loro improvvisavano dei jam spettacolari.
A volte io e Till preparavamo scherzi alle ragazze nella camera, trappole di vario genere a volte simpatici o a volte devo ammetterlo, troppo pesanti.
Una sera, tutti intorno al fuoco in giardino, cercavamo di fare qualcosa di spettacolare, jumping pictures che non venivano o musica senza musicisti ma non funzionava… facciamo uno scherzo dei miei allora… Nel van avevo una maschera “scream” e una da sub zero, io e Till ci allontaniamo dalla folla segretamente e le indossiamo,il buio e i nostri vestiti neri hanno giocato la loro. Saltiamo fuori dal nulla in mezzo a due di loro e parte un urlo che batte alla grande quello di Tomoko quando le avevo messo l aragosta nella toilet… una di loro ha sicuramente perso 20 anni e Till si stava rotolando sull erba dal ridere. Alla fine dopo 10 minuti per calmarsi se la sono risa tutti e abbiamo ricominciato a saltare visto che il fuoco non scaldava abbastanza




Un giorno il capo mi chiamò e mi disse che servivano altre due persone per lavorare una settimana e fare le grosse pulizie dell inverno visto il periodo calmo.Era compito mio di trovarle e chiamarle e ne avevo conosciute un paio proprio qualche giorno prima che sembravano un po piu spigliate e simpatiche della media asiatica. Quando le chiamai erano alla fabbrica di cioccolata "Cadbury" a fare una visita, e pure loro, appena arrivate mi riempirono di cioccolata fresca fresca appena fatta. Ora ho provviste energetiche per tutto l inverno. La stanza dei lavoratori era da 6 e ora eravamo in 7. Ovviamente faccio il cavaliere e lascio il mio letto a una delle due amichette e mi sposto nella suite imperiale al primo piano col sole che sale visibile dalla spaziosa finestra, tutta per me.




Da quel momento ero davvero un ré o forse piu pashà non saprei. Ero passato in 2 settimane da zingaro sul van alla suite soleggiata, internet seduto sul sofa aspettando che una delle 6 donne nella camera a fianco mi portasse un te con qualche biscotto e mi chiedesse "passo l aspirapolvere o c è qualcos altro da fare??" Devi lavare qualcosa che sto per fare il bucato??
Che bello a volte inciampare in questi lavori, ma quante cose magiche succedono in questo strano posto.. see yaaa

5 commenti:

Lucio ha detto...

Grande Gire, vedo che non te la passi poi cosi tanto male in EnZed!

alessandro ha detto...

Grande!ma dove ca**o l'hai trovata la maschera di sub zero?ma gialla non era scorpion?

Giredue ha detto...

x Lucio. in effetti qui sembra tutto scorra liscio come l olio a parte qualche rottura col van...se quest estate vuoi perderti un po nella natura e dimenticare i grattacieli di sydney un posto sul mio van ci sarà!!!

x Alessandro: in effetti non è proprio la maschera di sube zero, dovrebbe essere blu... l ho comprata in indonesia, non è altro che una mascherina per guidare il motorino senza prendersi un cancro in 20 minuti... eh eh

ParkaDude ha detto...

Bravo bastardo!!! :D

Anonimo ha detto...

ciao scarsone. io sono appena tornato dalla spagna ed è stata una figata. a volte i 37 gradi della campagna aragonese erano insopportabili, ma è stato uno spasso passeggiare sui pirenei e visitare dei borghi vecchi di migliaia d'anni. tu sarai lontano dalle connessioni immagino, e allora ti mando un callllldo abbraccio dalla scottante europa. ciao scarso. màtte