sabato 19 febbraio 2011

Kuala lumpur, luogo di incontri casuali e cambio totale dei miei piani

Ricordo come nel 2009, dopo il mio viaggio di 2 mesi in indonesia, presi un volo Airasia, oramai affermatissima compagnia low cost malese, ed arrivai con Tomoko a Kuala Lumpur senza veri progetti ne altri voli, solo l intenzione di trovare un posto dove rilassarci e aspettare il prossimo volo supereconomico per Melbourne dove, nell appartamento del mio fratellino giacevano i nostri bagagli.
Dopo aver preso una stanza nel peggior ostello di chinatown, camminando per le calde e umide strade sudando come porci e cercando di stare all ombra il piu possibile ebbi un flash vedendo un gruppo di bianchi… era qualche settimana che su un sito (tripforum), da me (e da molti altri viaggiatori italiani) molto frequentato, c era un accesa discussione su bali e i suoi disastri, l indonesia in particolare, senza dilungarmi, alcuni la elogiavano e altri la disprezzavano alla grande.
Avevo cominciato pure nel tempo libero a leggere interessanti blog di alcuni di loro e appunto, camminando per strada ne riconosco uno… Chiamiamolo “monkey”… e con chi era?? Con altri 2 italiani, tripLuca e il Gatto, accesi partecipanti della web-discussione e web-amici che alla fine non avevo mai incontrato di persona… tutti li per caso, o piu che altro perché airasia ha appunto basi a KL… fatto sta che il mondo è piccolo e Facebook lo rende ancora meno “coincidenzioso”
In uno dei giorni di pacchia a casa di Carmen cosa mi trovo sul mio status di FB?? Un amico veronese, anche lui conosciuto piu sul tripforum (incontrato solo una volta a Verona) che avevo sempre “sbagliato” in australia e altri posti che era guardaun po.. a Kuala Lumpur… Lui aveva smesso di scrivere il suo blog e sapevo che ne aveva un sacco da raccontarmi, non vedevo l ora di reincontrarlo e ci dettimo appuntamento per il giorno dopo… in un altro dei peggiori ostelli di chinatown ovviamente…
Dopo i pomeriggi con l amica veronese in Gold coast mi era tornata finalmente voglia di riscoprire la mia lingua e per le prime due ore parlammo solo italiano trascurando gli stranieri presenti. Il dialetto mi veniva davvero difficile all inizio e mi ci volle qualche giorno per riprendermi.
L amico Andrea era in viaggio con suo padre e la sua ragazza japponese, ci raggiunsero poi un amico veneziano con la sua ragazza.. japponese… Carmen ogni giorno si faceva grandi risate dicendomi che alla fine non ero io il cazzaro ma che forse aveva capito fosse nel dna del mio paese, mi chiedeva se fosse di moda in veneto avere la ragazza japponese e come mai noi, inaspettatamente, non muovessimo molto le mai e braccia e non alzassimo la voce metttendo forti acuti sulle vocali come gli italiani sono famosi a fare… in effetti dopo tutte queste domande cominciai anch io a pensarci, le morose japponesi, gli incontri a KL, il tripforum, le avventure e i posti in comune, le abitudini perse ecc, e ne vennero fuori discussioni e pomeriggi divertentissimi.
Nei tempi morti ce ne andavamo in giro pe la città a vedere come ci si preparava per il capodanno cinese




E tra la cucina di sua mamma e qualche ristorantino locale mi facevo finalmente le mangiate che tanto immaginavo pensando all asia…



Noodle con funghi della jungla e zampe di gallina



L uovo di un secolo… l albume era diventato nero trasparente come un vetro oscurato.. pazzesco…






Quando tutti i jappo-veneti lasciarono KL decidemmo di andare a fare un giretto a Malaka, famosissima cittadina di fantasmi sulla costa west della penisola poco a sud di KL.
Malaka fu un importantissimo porto nella storia perché dopo che cinesi e malay convissero e commerciarono pacificamente per decenni arrivarono prima i portoghesi, da conquistatori, ferro e fuoco e la fecero loro, poi gli olandesi che scacciarono i portoghesi e poi gli inglesi che scacciarono entrambi e fecero un po tutta la malesia loro. Insomma, un sacco di guerre e un sacco di morti e soprattutto un sacco di chiese e di cristiani, cosa rara per la penisola, dove i malay locali sono “quasi” obbligati ad essere mussulmani.
Fin ora avevo sempre piu o mneo viaggiato in paesi poveri del sudest asiatico e in Malesia ero solamente stato in KL di passaggio.
Mi accorsi col passare dei giorni del grosso gap economico con gli altri paesi sud estasiatici, nel senso, ok, spesso la capitale non rispecchia il resto del paese ma qui diciamo che lo fa piu che negli altri stati attorno.
Andando alla stazione degli autobus, per appunto andare a Malaka, mi sembrava di essere all aereoporto, mancavano solo i dutyfree shop





e non vidi durante il viaggio tutte quelle capanne e palafitte di legno che si vedono sempre in giro per il sudest asiatico

Una volta arrivati a malaka ci lanciammo in una serie di visite agli spot turistici armati di camera e crema solare, mancava l ombrello tipico dei japponesi… il caldo era terribilmente umido e sudavo mezzo litro/ora per salire sulla collina dove stavano le rovine della chiesetta di san Paolo, e della statua del mitico Francesco Saverio, il cui corpo, si dice, non si sia mai decomposto.




Andammo poi a visitare altre turistate , come bukit china, una piccola collina dove i cinesi malesi hanno seppellito i loro defunti in grosse tombe bianche e rotonde, belle esposte al respiro cosmico, altre chiese ecc ecc ecc….







Cosa mi è piaciuto a me piu di tutto in questa città piu piena di turisti che non di malesi?? Il grosso lucertolone che sotto all ostello dove stavamo rompeva le palle al cane, sbeffeggiandolo grazie alle sue dimensioni maggiori. Quello si era davvero grosso e qualcosa a cui valesse la pena far foto.



Cos altro?? La notte, scoperto di avere il rooftop dell ostello tutto per noi, e dopo essersi spalmati almeno mezzo kilo di repellente per zanzare sul corpo, andiamo a farci e berci un paio di cocktail godendoci quella leggerissima brezza di frescura che diede l opportunità di respirare appena il sole scese dietro all orizzonte marino… le luci cittadine si accesero poco dopo e lo spettacolo era parecchio carino che, un po brilli, decidiamo di fare un servizio fotografico







l ultima foto mandai Carmen giu di corsa al ponte e salii a fare una specie di foto suicida... vedete un po dove sono?? li era il nostro rooftop...




Insomma, una volta tornati KL dovevo muovermi e fare un piano, non potevo approfittare della sua ospitalità per troppo tempo e feci quattro conti. visto che il progetto "riding in himalaya" era sfumato per via del ritardo e della mancanza di neve volevo dedicarmi alle immersioni.
Avevo molti amici incontrati in NZ in giro per l asia e tutti loro mi sconsigliavano di andare in Thailandia, dove ero giò stato molte volte e che al momento era strapiena di europei in vacanza e immancabili inglesi ubriachi... prezzi appunto da alta stagione e difficoltà di trovare alloggi a bassi prezzi soprattutto nelle isolette paradisiache dove volevo andare ad immergermi. le regole dei visti erano anche piu strette di quando andai l ultima volta, entrando via terra avrei avuto solo 15 giorni o avrei dovuto andare in ambasciata a richederne uno ecc ecc ecc.. Aprii il mio nuovo luccicante passaporto giusto per ricordarmi di quanto il visto malese durasse... e con sorpresa lessi "permesso di stare in malesia e sabah 90 days!!"... dopo tutto era già qui, stavo bene, la gente mi piaceva e non mi affannava per vendermi qualcosa ogni 3 passi ovunque fossi, e cominciai a informarmi su questo "sabah" scritto appunto sul timbro del pasaporto... sembra proprio qualcosa di magico e speciale per subacquei da tutto il mondo... mmmm...
cerco un biglietto aereo economico e cosa trovo?? Kuala Lumpur-Kota Kinabalu a 7 euro.... comprato!!!




Visualizzazione ingrandita della mappa

venerdì 11 febbraio 2011

E ora che si fa??

La residenza in Nuova Zelanda… ho sempre pensato con la testa da viaggiatore ma ultimamente, piu mi avvicinavo alla scadenza del visto e piu ci pensavo. I vari amici che l avevano già ottenuta o stavano per ottenerla che mi consigliavano e spiegavano, il datore di lavoro che anche lui ogni tanto me la buttava li per vedere la mia reazione e alla fine i miei pensieri e emozioni contrastanti, la battaglia tra cuore e cervello, anche se il primo la vince facile viste le dimensioni ridotte e il disuso del secondo.
Per come la vedo io optare per la residenza è alla fine come sposarsi, una gran fregatura. Passi insieme a questa donna momenti fantastici, avventure, emozioni nuove, momenti difficili dai quali ne esci poi rafforzato e tutto sembra essere come in un film, e quel “si”, oltre a costarti tanto per dirlo, ti costerà ancora di piu una volta cambiato idea, sempre che succeda. La vita che ho fatto in questo paese è stata sicuramente la migliore, la piu imprevedibile e sorprendente nei miei quasi 32 anni in questo mondo, ma era reale?? Cosa succederebbe dopo 2 o 3 anni, non diventerebbe poi routine come un po lo sarebbe dappertutto anche se in modi e situazioni diversi? Una volta conosciuti i suoi difetti , debolezze e lati negativi sarebbe facile conviverci a lungo ed essere felici?? Magari si, chi lo sa, ma prima di prendere questa decisione cosi importante non è meglio guardarsi in giro e provarne diverse (appunto come le donne) prima di pensare che sia quella giusta?? E poi quanto comodo è avere una scadenza che ti “quasi obbliga” a lasciarla, per quanto doloroso e nel momento migliore sia, con la sicurezza che in un futuro avrai solo bei ricordi e memorie di spensieratezza e libertà, una di quelle situazioni di appagamento e felicità che solitamente per pigrizia non si lascia per poi lentamente lasciarla cadere nello scontato, ma che allo stesso tempo e dall altra parte troppo dura e dolorosa da poter affrontare.
Fu cosi che il mio visto scadeva e dovetti prendere quest aereo, stringere i denti per non sentire il dolore e cercare di sorridere alla mia nuova vita.
Mi resi conto solo sull aereo che in NZ ero talmente farfallone e libero da ogni preoccupazione che non avevo mai davvero pensato a cosa fare una volta lasciato il paese. Avevo tante idee, ma la storia del passaporto mi aveva obbligato a rinunciare alla maggior parte di esse, sapevo solo di voler arrivare a Kuala Lumpur, andare a trovare qualche amico e amica in giro per il paese e vedere un po che fare poi.
Mi ci volle davvero poco per accorgermi che io la mia saggezza potevo buttarla nel cesso e tirare l acqua, giusto il tempo di appoggiare il primo piede su terreno australiano.
La temperatura era piu o meno la stessa ma scendeva una pioggia da far invidia ai monsoni asiatici, non vedevo un acqua cosi da almeno 15 mesi fa quando ero a…. melbourne…
Ma già lo sapevo, amici che abitavano appunto in Gold coast mi avevano avvertito che pioveva sempre da oramai tre mesi e che non avrebbe smesso. Che fare con la crema solare che i turisti comprano per le balle che raccontano in TV?? Potete usarla sulle vostre giacche per renderle unte e impermeabili…
Quando il polizziotto federale mi si avvicinò dopo il controllo passaporti e mi disse la solita frase “può seguirmi per favore” cominciai a pensare di fingere un attacco epilettico ed evitare il dissanguamento del mio bagaglio fino all ultima briciola e le domande ridicole sui miei piani diabolici nel paese sul commercio di droghe pesanti nascoste sotto la tastiera del mio portatile… ma sorprendentemente dopo 10 minuti e un paio di domande idiote, spiegai che me ne sarei andato in una settimana (che avrei passato in ostello visto il tempo) ed ero fuori che camminavo sotto l acqua verso l ostello a un paio di km dall aereoporto.
Una volta arrivato scopro che l ostello, nonostante il prezzo abbastanza basso, era nel centro caotico di Coolangatta, un paese della goldcoast che alla fine, al contrario di quello che avevo sentito e immaginato, era un altro posto per “nightclubbing”… tutti viaggiatori giovanissimi intenti ad ubriacarsi ogni sera, quasi tutti con una tavola da surf, la maggiorparte ovviamente solo per moda, giusto per aver un motivo per essere li a non fare un cazzo, lo stile di vita del surfista, che con quel tempo non funzionava per niente.
In camera era da morire, dormire era impossibile, le urla degli asutraliani (e turisti) ubriachi la notte non cessavano mai, sotto l ostello (che era al primo piano) c erano un pub, una discoteca e un casinò!!!!
Quello che la sera vedevo quando provavo a farmi una passeggiata era quello che ricordavo dell australia, gente tra i 14 e 50 anni che se ne va in giro come zombie, obesissimi, ubriachissimi e grezzi, sputi per terra, ululati da licantropi e gente che faceva a volte fatica a reggersi in piedi, questo gia alle nove di sera.. sembrava di essere in resident evil, a volte pensavo che volessero mangiarmi, ero l unico sobrio che camminava dritto per le strade. Vedevo queste tristissime persone attaccate ai videopoker per giornateintere, gobbi e taciturni ogni 15 minuti uscivano a far pausa birra-sigaretta e ritirare le nuove monetine da 2$ alla cassa rientrando, intere famiglie ubriache con figli adolescienti al seguito, mi chiedevo (anche se non è compito mio giudicare) come questi genitori potessero portarsi dietro le figlie di 11-12 anni su tacchi alti e tette-culo a vista e make-up da matrimonio, ma sicuramente era la madre a conciarle cosi, ricordo una scena di questa madre sui 45-50 anni che con la ciccia strabordante dai microvestiti cercava di infilare la lingua in gola al marito continuando a inciampare sui tacchi e la giovanissima figlia da dietro, l unica sobria della famiglia, che cercava di metter fine a sta patetica scenetta “mom…moooom… stop..mooom”
Un 60enne che chiedeva ad ogni passante 2$ e 40 cent, quando li chiese a me, che giravo e non avevo un cazzo da fare, gli chiesi “”ma perché proprio 2,40??? Non era un barbone, aveva vestiti normali addosso ed era pulito ecc… ovviamente era estremamente ubriaco ma riusciva a mettere insieme le frasi e a farsi capire… la risposta?? Aveva solo 15$ e il cartone da 3 litri di vino costava 17,40$!!!! “come on maate!! Just two fifty mate!!
Chi è stato in gold coast ha sicuramente trovato in giro ogni tanto le “ragazze in bikini dorato” che se ne vanno in giro a chiedere 10$ per farsi la foto con loro… stavolta il bikini visto il tempo non ce l avevano e una mattina (piovosa ovvio) andavano in giro a braccare turisti, cosa avevano da offrire stavolta??? “ciao, come stai, di dove sei.. “ solite domande del cazzo per poi arrivare al punto “vuoi comprare per 35$ questa bellissima t-shirt”… pensavo a tutto quello visto e vissuto negli ultimi giorni e queste mi offrono una maglietta con suscritto “I LOVE GOLD COAST”
Il primo istinto fu di rompergli il naso con una testata a avrebbero smesso di mostrarmi quel sorrisone a mille denti. Mantenni la calma, pensai per 20 secondi alle montagne NZ e tornai in ostello, ero pure stufo di prendermi l acqua, mi sarei cucinato una bella pasta.
L ostello era terrificante, nessuno usciva, tutti si lamentavano del tempo e dei prezzi, oltre ad essere pessimo tempo i prezzi (per via della caduta dell euro) i prezzi erano un 40% piu alti, il che non è poco, e io li capivo da una parte, stavano tutti spendendo un sacco di soldi per prendersi acqua tutta estate ma questo non gli dava il diritto di incularsi la mia pasta + sugo!!! C era pure un twix e succo di frutta nel sacchetto… mi sono davvero girate le palle, mi ero promesso di contare fino a 10 in questi casi, di provare ad essere ottimista e sorridente ma non vedevo l ora di andarmene. Quella era la mia spesa e dovetti prelevare altri soldi per colpa di quel furto.
Le cose positive?? La prima che ogni mattina presto andavo a correre scalzo lungo la spiaggia desolata, niente casino, solo onde e gabbiani, spesso a quell ora la pioggia era leggera ed era quasi picevole farsi raffreddare il corpo da essa fin che i bagnini, unici esseri umani presenti a quell ora con le loro ridicole cuffie giallo-rosse del tipo “doraemon” mi guardavano sorpresi chiedendosi come facevo a ubriacarmi la sera e a correre ogni mattina… mmmm, avrei voluto spiegarlgi che non bevo alcool ma so che mi avrebbero preso per alieno.
L altra cosa simpatica è stato ritrovare un amica della mia città (Verona) che era proprio in quel paese da poco piu di un mese e vedere un po come si trova. Ovvio era abbastanza giù visto il tempo e il suo amore per il surf, un po giù per trovare quella marmaglia di ciccioni viziosi alcolizzati invece dei biondi muscolosi e sportivi surfisti che nel nostro immaginario sono gli australiani, e che invece della vita da spiaggia bisognava sempre girare in impermeabile e con ombrello, la difficoltà a trovare un lavoro con tutte le scam oramai trovate dai local per fregare piu soldi possibile ai turisti, ma che anche lei da brava, con una buona dose di ottimismo e rimboccandosi le maniche invece di lamentarsi come tanti fanno (io per primo) stava lentamente ottenendo quello che sperava di trovare, un paio di lavoretti alla sera, tanti amici che ti danno una mano e con cui divertirsi, una casetta vicino all oceano e una tavola per pochi soldi… brava Laura!!
Passammo dei bei pomeriggi, quando le pioggie ppesanti davano qualche ora di tregua, a passeggiare in spiaggia e vedere un po cosa si era fatto negli ultimi anni di viaggi e vita fuori dall Italia, di esperienze e estati d animo e un po anche di progetti futuri.
Certo, quando finalmente arivò l’ 11 gennaio, giorno del mio volo, sotto l ennesima pioggia torrenziale ringraziai il cielo che la settimana era finita e montai sull aereo. Nell attesa leggendo il quotidiano locale lessi dei primi serissimi allagamenti, proprio nell entroterra della gold coast, a una 50ina di km da dov ero io, fiumi straripati che fecero un “effetto tsunami” nell entroterra con allagamenti flash che avevano spazzato via paesi, auto, negozi ecc… e ne erano previsti di peggiori, perfino a brisbane, la capitale quasi sulla costa.Nei giorni succesivi dovettero evaquare piu di un paese e allertarne molti altri.
Stavo scappando nel momento giusto pensavo, la pioggia stava negli ultimi anni davvero creando problemi a questo stato.







Tra i terremoti di christchurch e ora gli allagamenti della gold coast non sapevo cosa aspettarmi in Malesia....

Insomma, arrivai verso le 4 del pomeriggio a Kuala Lumpur, l ennesima volta in questa città visto che la compagnia aerea lowcost Airasia ha base qui, ma questa volta invece che da turista con il favore di avere altri amici da visitare in diverse zone del paese malese, e soprattutto l amica con la quale lavoravo nell ostello di christchurch negli ultimi 3 mesi in NZ e compagna di diversi trekking.
Mi era venuta a prendere all aereoporto per ospitarmi a casa sua, cosa c è di piu bello che andare in un posto e vivere in una famiglia locale, vedere un po che fanno, come vivono, cosa mangiano, che fanno nel tempo libero e imparare qualche parola e frase nella loro lingua?? Insomma, mescolarsi con i local e scoprire il paese dal suo vero punto di vista, non da come te lo vuole far vedere una guida o qualche museo o tempio pulito e ordinato, o da un hotel ad aria condizionata per turisti che serve finto cibo locale adattato per turisti occidentali schizzinosi??

Mi ci vollero 10 minuti per riprendere a respirare dopo l impatto con il clima locale appena uscito dall aereo.. 37 gradi e umidità che non provavo da mesi, ogni passo erano spruzzi di sudore dalla fronte e non vedevo l ora di entrare sulla sua macchina con laria condizionata al massimo…
Ero abbastanza stanco ma appena messo piede in casa sua, appoggiai lo zaino sul pavimento e la sua famiglia dopo un caloroso benvenuto mi scaraventò in un'altra auto per appunto la cena di benvenuto… vista la fame non potevo chiedere di piu



e questo era solo il primo giro di portate.. tutto squisito... Il ristorante era abbastanza di lusso e una volta tornati a casa sua, dopo una bella doccia e un giretto della villetta singola su due piani mi accorsi che l amica era alla fine in una famiglia molto agiata, la casa era pazzesca, pulitissima, aria condizionata e televisori schermo piatto dietro ogni angolo, 3 computer a testa ecc... manco a casa mia ho tutta quella tecnologia...qualche zietto in politica, qualche parentello in grossi commerci e cosi via, la mattina quando tornavo dalla mia corsetta di buon ora, visto che alle 8 il caldo si faceva già soffocante, sua mamma parcheggiava il merci e mi serviva la colazione appena comprata per l ospite...
beh.. scusate tanto, ma mi abituai presto a questa vita vita da sultano saltata fuori dal nulla...


giovedì 3 febbraio 2011

Ultima settimana in paradiso

Insomma, a parte terremoti e casini vari era quasi 3 mesi che vivevo in questo ostello e avevo una vita normale e regolare, un lavoro, facevo sport, mangiavo bene e riprendevo peso, uscivo con gli amicici, facevo scherzi e cazzate… me la facevo passare proprio bene. A metà dicembre ero pure dovuto andare a Wellington in aereo per un passaggio in ambasciata italiana che essendo nell isola del nord dovetti prendere un aereo dopo tanto tempo.
Il motivo era abbastanza fico, sapevo che volevo viaggiare un po prima di reimpatriare ma avevo paraticamente finito le pagine del vecchio passaporto, tecnicamente ne avevo ancora 4 semilibere ma in molti paesi asiatici per avere il visto ne richiedono almeno 6 libere!?!, il perché non lo capirò mai ma questo mi obbligò a fare sto viaggio. Fortunatamente trovai un ottima offerta di andata e ritorno strettissimi in 24 ore, giusto una sola notte nella tecnologica capitale.
Fu abbastanza un trauma, Wellington era una città robotica come immagino tokyo, super ordinata e pulita come simgapore, manco un mozzicone di sigaretta per terra si trovava, edifici nuovissimi specchiosi, grattacieli, banche, uffici, orde di gente in giacca e cravatta, autobus che si abbassano di mezzo metro per far salire le vecchiette tutti con wi-fi e doppio LCD che mostra informazioni sul tempo, sulla borsa e l'altro con la mappa della città e l icona dell autobus che ci viaggiava in tempo reale con annunci automatici grazie ai trasmetitori alle varie fermate che dicevano tempi estimati ecc ecc ecc… ed ero in NZ!!!!
Per carità, bella, bellissima, ma troppo perfetta, era davvero quello che nella mia immaginazione può essere una città del futuro, niente fuori posto.
Andai a posare lo zaino e fare una doccia nell ostello prenotato ed anche li, nonostante l ottimo prezzo, era tutto robotico, 6 piani, tutto con la tessera magnetica, l ascensore una volta passata la tessera sul lettore si fermava al piano giusto automaticamente, la stanza abbastanza semplice ma dai colori vivi e talmente ordinata che sembrava studiata da esperti di feng shui… Scappai nel parco sulla collina a 10 minuti di cammino dal centro… fantastico e sorprendentemente pieno di uccelli e alberi altissimi, ci passai un paio d ore ascoltando un po di musica e passeggiando un po.
Il giorno seguente andai in ambasciata dove rimasi stupito oltre che della posizione, giusto all inizio della collina in un bell edificio, della gentilezza e disponibilità dello staff che in un paio d ore lavorando duro, foto, impronte digitali, microchip e tutto quello che comporta (visto il mio volo nel pomeriggio) resero possibile farmi lasciare la città con un nuovo passaporto digitale!!! Volevo inginocchiarmi per ringraziarli, gli chiesi se fossero sicuri di essere “”dipendenti statali italiani” e loro mi risposero “certo, questo è quello che chiamiamo servizio pubblico”… grandissimi, io però lo chiamerei “effetto stare troppo in NZ” che il passaporti in italia mi ci vogliono almeno 2 settimane, un sacco di chiamate per stimolarli e tutto il resto che della nostra burocrazia –vai allo sportello numero… poi l ufficio in… ecc!!
Ho pure dovuto tenere quello vecchio, contentissimo, cimelio di molte avventure e con innumerevoli strani visti di strani posti, causa il mio visto Nzelandese era su di esso senza il quale non avrei potuto lasciare il paese… certo viaggiare con 2 passaporti però potrebbe anche far sospettare qualcuno in qualche strana frontiera… vedremo….
La parte triste arrivò quando prenotai i biglietti aerei per lasciare la NZ visto che il mio visto scadeva il 7 gennaio, ancora alta stagione dove tutti tornano dalle vacanze natalizie/fine anno e furono davvero lunghe e stressanti giornate su internet per cercare di non dimezzare i miei risparmi da imbianchino per il prossimo viaggio in asia.
Fu davvero dura trovare prezzi decenti e fui costretto a fare scalo niente popodimeno che in GOLD COAST!!! Tomoko era scappata da poco, era tre mesi che pioveva a dirotto e anche lei mi diceva che la situazione “lifestyle”non era cambiata, anzi forse era peggio… e io dovevo passarci una settimana… avevo molti ricordi in quel posto, qualche amico da visitare e molti nemici a cui fare qualche danno o dispetto a sorpresa, oppure, scelta migliore per evitare altri problemi in quel paese prenotai un ostello attaccato all aereoporto e barricarcisi per tutta la settimana.
Il fatto era che volevo liberarmi da tutti i pensieri e preoccupazioni e godermi l ultima settimana in paradiso rilassato, gustarmela e fare un bel piano per l ultimo dell anno, il secondo in NZ.
Sapevo benissimo dove volevo passarlo ed ora potevo dedicarmi a pianificare bene il tutto. Un bel trekking tra le alpi centrali, quel paradiso di solitudine e silenzio che mi commuoveva solo al pensiero. Gery, un ragazzo francese anche lui appassionatissimo di montagna non vedeva l ora, una ragazza malese, Carmen, con cui eravamo andati sul ghiacciao un mese e mezzo prima e Vince, un francese nostro compagno di camera si aggiunsero.
4 persone in forma, due buone tende, idee chiare e niente confusione.
Anche qui come succedeva sempre in italia (e immagino in tutto il resto del mondo) verso il 28-29 dicembre saltano fuori tutti gli amici senza un piano con la solita domanda “io non ho nessun programma per l ultimo, tu cosa fai??”…
E come dire di no ad amici??? E poi pensi, va beh uno in più è gestibile, la gita è dura ma 3, 4 o adesso 5 non cambia molto… senza tirarla lunga la cosa scappò di mano



Cercavo di non pensare al disatro che stava per arrivare, soprattutto perché era sicuramente il mio ultimo trek in NZ, sul ghiacciao dove avevo già provato ad andare 3 volte ed ero sempre stato fregato da diversi inconvenienti e ovviamente la solitudine e il silenzio potevo dimenticarmeli. “every little thing is gonna be all right” mi dicevo e controllavo le previsioni del tempo meticolosamente ogni due ore, isobare, venti pioggie ecc… almeno quelle sembravano andare nel verso giusto e sapevo che guardandole giusto il 30 mattina prima di partire sarebbero state al 90%
Esatte almeno per 2-3 giorni.
Mi scuso in anticipo col mondo femminile se offenderò qualcuno, ma la cosa che piu mi preoccupava era che su 9 persone 5 erano donne, e, a parte Carmen, la ragazza malese che già sapevo essere una macchina, le altre 4 non avevo idea di quanta voglia avessero.
Il 29 sera persi almeno 5 kili grazie allo stress che mi venne preparando gli zaini e cercando di capire se queste donne mi prendevano per il culo o davvero avevano intenzione di portarsi a spalle 30 kili di roba inutile. Creme anticellulite, 1 litro di colluttorio, borse piene di trucchi di vario genere tra cui rossetti di diverse tonalità, chissà che colore metterò il 31, cartoni di vino da 4 litri e bottiglie di vodka, cibo per almeno 20 giorni tra cui UN KILO di formaggio e UN KILO di pasta, 2 paia di jeans, perizomi di vari colori(ok quelli non pesano, ma io non mi farei 45km in mezzo alle rocce e alla foresta con una stringa in mezzo alle chiappe). Perfino un forno da camper, ne avevamo già 3 da campeggio da poter condividere ma non riuscii a strapparglielo, lo zaino di una di loro era occupato per il 30% appunto da questo forno e un altro 50% da un sacco a pelo anni 70 preso in prestito da un amico…





Avesse almeno tenuto caldo…. Lessi giusto due gg prima di partire delle pioggie torrenziali del 27 e 28 dicembre… heavy rain… poi sole fino al 2 gennaio… speravo solo che i fiumi non si fossero ingrossati troppo.

Fu cosi che dopo aver parcheggiato, preparati per bene gli zaini e chiuso le macchine partimmo in fila con un bel sorriso e carichi per l avventura pensando positivo, tranne io e Gery che avevamo subito notato, passando il ponte principale, che i torrenti erano molto, molto piu alti e inkazzati del solito.
Manco a dirlo, dopo averne attraversati un paio di minori non con poca fatica arrivammo a uno dei due maggiori e pareva davvero inkazzato.
Percorsi con Gery su un lato il torrente per quasi un km per trovare un buon punto dove provare l attraversamento a due, tenendosi si riesce a contrastare la corrente molto meglio ma non c era speranza, l acqua arrivava quasi alla vita a noi sopra il metro e 80 e con un passo falso saremmo partiti verso la foce come dei razzi, per le nostre esili compagne di viaggio era fuori discussione.





Forse le foto non rendono, ma quel tipo di corsi d acqua quando il livello supera il ginocchio è già impossibile senza aiuto, la corrente è cosi forte che ogni tentativo di alzare il piede la gamba viene portata via e non c è modo di stare in equilibrio vista la pressione laterale, facendolo a picccoli passi la temperatura dell acqua ti congela i piedi in pochi secondi e il solo pensiero di caderci dentro ti paralizza.
Dietrofront, piano B. Sconfitto un'altra volta, stranamente la presi bene, un buon motivo per tornare in NZ e godermi un trek piu leggero senza morti.
Mappa alla mano decidiamo di seguire il fiume fino al successivo range di montagne, e in caso avessimo travato un posto dove l attraversamento fosse stato possibile visto che cmq i fiumi qui si alzano velocemente con la pioggia, ma allo stessa velocità si abbassano anche, l avremmo attraversato, in caso contrario avremmo dormito e aspettato il giorno dopo per vedere dove passare la notte di capodanno.
Tutti gli imprevisti e i ritardi creati dai vari attraversamenti di torrenti minori ci rubarono tanto tempo e fatica, ogni volta dovevamo fermarci, togliere gli stivali e mettere le scarpe bagnate per attraversare, a volte, quelli piu forti si sttraversava 2 volte per tornare ad aiutare le persone piu basse a non volar via o immergere gli zaini, quando vidi una bella zona senza sassi, proprio di fronte al fiume principale dove uno spot di sabbia che sembrava fatto a posta per piantare 4 tende decisi di fermarmi e di goderci il meritato riposo, aspettando l indomani davanti ad un bel fuocherello, sperando di svegliarsi e vedere il livello dell acqua un metro piu basso







tra la stanchezza e la fretta di far strada quasi dimenticavo quanto a lungo durino le giornate quaggiù in estate con il tramonto che, come a giugno da noi, avviene verso le 21:45 regalandoti giornate infinite e possibilità di vedere senza bisogno di torcie fino quasi alle 22:30 con colori che lentamente cambiano fino all oscurità, sempre che la stanchezza non ti faccia stramazzare addormentato prima di vederla










La mattina del 31 ci alzammo presto, anche l alba arriva di buon ora, le temperature notturne erano sui 6-7 gradi vista l elevazione, ma una volta che il sole batte sulla tenda ti obbliga a scapparne fuori dopo 15 minuti per il surriscaldamento interno. Il fiume non era sceso di un cm e, dopo colazione in una mezz ora decidemmo l itinerario ed eravamo tutti pronti a ripartire per la prossima meta



Durante la marcia i momenti per conversare erano rari o quasi assenti visto il fiatone e la concentrazione per non sentire i vari dolori muscolari e della schiena per il peso, e godevo nel vedere come anche gli altri a volte, uscendo dopo magari un ora di camminata nella foresta o dopo lungo tempo tenendo il passo e lo sguardo per terra per via di rocce, radici o terreno paludoso, si fermavano per prendere respiro potendo alzare lo sguardo e avere una paresi causata da visioni di panorami pazzeschi che gli dava quell espressione di uno che ha appena preso uno schiaffo in faccia senza preavviso









Anche il secondo giorno fu duro, il livello dei torrenti ci obbligò ad uscire dalla traccia e doverli aggirare sul bordo, a volte ripido su di essi e la loro corrente, affidandoci all ancoraggio di piante e radici testate 20 volte prima di caricarci il nostro peso usandole come appiglio per non cadere nelle rapide



e altri torrentelli che oramai, dopo essere esausti e stressati del cambio scarpe che per ogni 20 minuti di camminata dovevamo spenderne altri 20 solo per attraversarli, provavamo a saltare da un sasso all altro con scarsi risultati, cercando a volte di tenere almeno un piede asciutto



o costruendo ponti muovendo tronchi trasportati dalle piene in giro per la riverbank



Questa gita per com era programmata doveva essere si di 4 giorni, ma solo il primo e il quarto di cammino, il primo per arrivare alla baita dove in 5 o 6 ore di cammino (se i fiumi fossero stati piu bassi) potevamo tutti farcela, cazzeggiare il 31 e il primo intorno al ghiaciaio lasciando gli zainoni appunto nella casetta di legno, per poi tornare a valle il 2 gennaio e tornare in città con calma. Questa deviazione non era un vero problema, ma essendo in ritardissimo cercavamo di darci dentro, il prossimo ghiacciaio era ancora a 15 km e a volte il percorso duro. Una volta arrivati alla baita a due terzi della strada eravamo abbastanza tutti distrutti, gli zainoni erano pesanti e 3 delle ragazze, in panico totale da dolori decisero che non c era verso di continuare. Il sole era sparito dietro qualche nuvolone e una leggerissima pioggia aveva cominciato a cadere.
Quello che mi aspettavo stava per arrivare, nove teste che pensano e parlano, ognuno con la sua teoria, la discussione sul da farsi carica di fatica e stress si stava accendendo, egoisticamente decisi di nascondermi in un angolo e prendermi una pausa anch io senza però farmi stressare, riuscivo a capire gli altri che non volevano separare il gruppo e festeggiare a mezzanotte insieme, ma dall altra parte il mio cuore pompava rapido e la mia mente carica di passione riusciva solo a pensare a quello che i miei occhi spalancati e semilucidi potevano ammirare da lontano



Dopo un oretta di contemplazione, riposo e ricarica rientrai nella baita e dissi anch io la mia. Sarei partito nel giro di mezz ora e avrei camminato per almeno un'altra ora e mezza, la pioggia, dicevano le previsioni, sarebbe stata leggerissima e sarebbe finita sicuramente prima di cena, mi sarei fermato giusto prima dell inizio della dura salita, 2 km prima del ghiacciaio e avrei piantato la tenda nel primo posto piatto a disposizione.
Era il mio ultimo trek in NZ, avrei lasciato il paese in meno di una settimana e avevo passato con loro ogni giorno degli ultimi 3 mesi, li avrei incontrati il giorno dopo cmq al ritorno, forse sono un po fissato, ma non volevo avere nessun segno di civiltà intorno, non avevo mai dormito in una baita in 15 mesi e non l avrei fatto ora, per quanto fosse solo una casetta vuota di legno senza nessun servizio o anima viva toglieva secondo me quell armonia che con la natura che si ha in tenda,i suoni della pioggia e del vento, gli uccelli notturni che vengono a sbeccolare i resti dalla pentola, la finestrella aperta sempre rivolta a monte con la visione delle stelle la notte e del primo raggio di sole sul ghiacciaio alla mattina presto… per quello ero partito e faticato e non ci avrei rinunciato.
Carmen e i due francesi che alla fine la pensavano allo stesso modo, decisero di unirsi e partimmo di corsa visto tutto il tempo sprecato in discussioni.
Per attraversare il fiume per fortuna (vista la sua altezza anche qui) dovemmo usare una teleferica, cosa abbastanza divertente e particolare






La linea rossa è la gita supposta prima di partire, il pezzo mancante erano i due torrenti impassabili e la baita mai raggiunta
La linea blu invece la gita fatta con i vari camp (1 giorno, 2 giorno, 3 giorno) e la baita in giallo





Per attraversare il fiume per fortuna (vista la sua altezza anche qui) dovemmo usare una teleferica, cosa abbastanza divertente e particolare







La pioggia era a sprazzi ma una volta cominciata la salita trovammo un gran bel posto, giusto giusto per due tende. Il terreno era diventato sassoso e proseguire oltre a distruggerci in salita sui sassi non avremmo piu trovato posti adatti, la mappa parlava chiaro, da qui in poi si muore.





Preparammo le tende e il posto per il fuoco, cucinammo prestissimo vista la fame che oramai ci stava divorando da dentro e mettemmo le nostre provviste alcoliche in frigo naturale di acqua poco sopra gli zero gradi




Il posto ovviamente era anche stavolta da cartolina e il tempo dopo cena diventò come previsto e sperato senza vento o l ombra di una nuvola




dopo cena, verso le 20, raccolta della legna e il solito fuoco per scaldarci prima dell imbrunire






fu davvero dura tra la stanchezza, il fuoco ipnotizzante, il silenzio e la pancia piena grazie alla speciale cenona tenere gli occhi aperti e non scappare in tenda prima di mezzanotte, ma con un po di musica e cazzate eravamo finalmente pronti per stappare la bottiglia e goderci i fuochi artificiali naturali e disegnare 2011 con una palla luminosa e il nightshot






Che dire di piu di questo capodanno??? Unico…I primi del mondo a festeggiarlo pensando che in italia era ancora mezzogiorno!!!!

Il numero di stelle nel cielo aveva troppi zeri per poterlo scrivere e in entrambe le tende nonostante le basse temperature, avevano la zip chiusa a metà, sarà una sviolinata, ma addormentarsi in quel silenzio guardando quel cielo era quasi commovente

Mi svegliai un oretta dopo l alba e mi accorsi che i due francesi senza fare neanche un rumore (o io dormivo come un sasso) stavano già sfumacchiando davanti al fuoco appena acceso per il freddo e dall espressione che avevano l alba era stata fantastica.



Non mi feci chiedere 2 volte cosa avevo intenzione di fare… per una volta mi resi conto che sarei stato uno stupido ad avere la testa dura e che se davvero fossi salito al ghiacciaio il giorno dopo avrei dovuto farmi 25 km di corsa per tornare alla macchina e stavolta sarei stato da solo, distrutto e senza senso. Mi sedetti a godermi la stupenda giornata e sfumacchiare con loro, dopo poco anche Carmen si alzò e ci raggiunse in una fantastica giornata di relax e cazzeggio nel posto migliore dove potessi mai desiderare di svegliarmi ogni primo gennaio della mia vita… ogni tanto bisogna saper perdere e godersi la vita …

Nel tardo pomeriggio tornammo indietro alla baita trovando anche gli altri pronti, ci mettemmo in cammino tutti ben riposati ,con un bel sorriso di soddisfazione, pancia piena e zaini leggeri vista l assenza di tutto l alcool e il “cibo speciale” tenuto per la cena del 31. Camminammo giusto una decina di km per campeggiare tutti insieme l ultima notte e far fuori tutto il cibo avanzato.




Oltretutto per me fu il “”goodbye” a quelle catene montuose dove avevo speso tutto l inverno e che avevo esplorato cosi tanto e mi regalarono un tramonto speciale come se sentissero la mia malinconia







Quella notte ci fu un vento spaventoso e ringraziai il cielo di aver ascoltato una ragazza che suggeri di campeggiare piu vicino agli alberi invece che in campo aperto come stavamo per fare, a volte sembrava che la tenda volesse volare via con noi dentro, e verso mattina cominciò a piovere e non smise piu.
Con grande sorpresa, quando uscii e di fretta e furia preparai tutto per colazione veloce e partenza, tutti gli altri, e dico tutti, fecero lo stesso, senza lamenti o smorfie, senza stress o fastidio, tutti col sorriso, scarpe bagnate e buon umore si parti per la lunga camminata di ritorno sotto la pioggia.
Tutti in fila per 4 ore di cammino con una piccola pausa snack, è proprio vero, non sono le condizioni meteo a farla da padrone quando lo stato d animo è alto e il sorriso statico sulla faccia chi ti ferma piu?? in effetti si può essere di cattivo umore dopo 3 giorni cosi???
In un baleno arrivammo alle macchine….








dopo 2 ore di guida indovinate un po dove siamo andati di corsa???? A volte anche il corpo dopo una faticaccia del genere vuole un capriccio alimentare….