Insomma, a parte terremoti e casini vari era quasi 3 mesi che vivevo in questo ostello e avevo una vita normale e regolare, un lavoro, facevo sport, mangiavo bene e riprendevo peso, uscivo con gli amicici, facevo scherzi e cazzate… me la facevo passare proprio bene. A metà dicembre ero pure dovuto andare a Wellington in aereo per un passaggio in ambasciata italiana che essendo nell isola del nord dovetti prendere un aereo dopo tanto tempo.
Il motivo era abbastanza fico, sapevo che volevo viaggiare un po prima di reimpatriare ma avevo paraticamente finito le pagine del vecchio passaporto, tecnicamente ne avevo ancora 4 semilibere ma in molti paesi asiatici per avere il visto ne richiedono almeno 6 libere!?!, il perché non lo capirò mai ma questo mi obbligò a fare sto viaggio. Fortunatamente trovai un ottima offerta di andata e ritorno strettissimi in 24 ore, giusto una sola notte nella tecnologica capitale.
Fu abbastanza un trauma, Wellington era una città robotica come immagino tokyo, super ordinata e pulita come simgapore, manco un mozzicone di sigaretta per terra si trovava, edifici nuovissimi specchiosi, grattacieli, banche, uffici, orde di gente in giacca e cravatta, autobus che si abbassano di mezzo metro per far salire le vecchiette tutti con wi-fi e doppio LCD che mostra informazioni sul tempo, sulla borsa e l'altro con la mappa della città e l icona dell autobus che ci viaggiava in tempo reale con annunci automatici grazie ai trasmetitori alle varie fermate che dicevano tempi estimati ecc ecc ecc… ed ero in NZ!!!!
Per carità, bella, bellissima, ma troppo perfetta, era davvero quello che nella mia immaginazione può essere una città del futuro, niente fuori posto.
Andai a posare lo zaino e fare una doccia nell ostello prenotato ed anche li, nonostante l ottimo prezzo, era tutto robotico, 6 piani, tutto con la tessera magnetica, l ascensore una volta passata la tessera sul lettore si fermava al piano giusto automaticamente, la stanza abbastanza semplice ma dai colori vivi e talmente ordinata che sembrava studiata da esperti di feng shui… Scappai nel parco sulla collina a 10 minuti di cammino dal centro… fantastico e sorprendentemente pieno di uccelli e alberi altissimi, ci passai un paio d ore ascoltando un po di musica e passeggiando un po.
Il giorno seguente andai in ambasciata dove rimasi stupito oltre che della posizione, giusto all inizio della collina in un bell edificio, della gentilezza e disponibilità dello staff che in un paio d ore lavorando duro, foto, impronte digitali, microchip e tutto quello che comporta (visto il mio volo nel pomeriggio) resero possibile farmi lasciare la città con un nuovo passaporto digitale!!! Volevo inginocchiarmi per ringraziarli, gli chiesi se fossero sicuri di essere “”dipendenti statali italiani” e loro mi risposero “certo, questo è quello che chiamiamo servizio pubblico”… grandissimi, io però lo chiamerei “effetto stare troppo in NZ” che il passaporti in italia mi ci vogliono almeno 2 settimane, un sacco di chiamate per stimolarli e tutto il resto che della nostra burocrazia –vai allo sportello numero… poi l ufficio in… ecc!!
Ho pure dovuto tenere quello vecchio, contentissimo, cimelio di molte avventure e con innumerevoli strani visti di strani posti, causa il mio visto Nzelandese era su di esso senza il quale non avrei potuto lasciare il paese… certo viaggiare con 2 passaporti però potrebbe anche far sospettare qualcuno in qualche strana frontiera… vedremo….
La parte triste arrivò quando prenotai i biglietti aerei per lasciare la NZ visto che il mio visto scadeva il 7 gennaio, ancora alta stagione dove tutti tornano dalle vacanze natalizie/fine anno e furono davvero lunghe e stressanti giornate su internet per cercare di non dimezzare i miei risparmi da imbianchino per il prossimo viaggio in asia.
Fu davvero dura trovare prezzi decenti e fui costretto a fare scalo niente popodimeno che in GOLD COAST!!! Tomoko era scappata da poco, era tre mesi che pioveva a dirotto e anche lei mi diceva che la situazione “lifestyle”non era cambiata, anzi forse era peggio… e io dovevo passarci una settimana… avevo molti ricordi in quel posto, qualche amico da visitare e molti nemici a cui fare qualche danno o dispetto a sorpresa, oppure, scelta migliore per evitare altri problemi in quel paese prenotai un ostello attaccato all aereoporto e barricarcisi per tutta la settimana.
Il fatto era che volevo liberarmi da tutti i pensieri e preoccupazioni e godermi l ultima settimana in paradiso rilassato, gustarmela e fare un bel piano per l ultimo dell anno, il secondo in NZ.
Sapevo benissimo dove volevo passarlo ed ora potevo dedicarmi a pianificare bene il tutto. Un bel trekking tra le alpi centrali, quel paradiso di solitudine e silenzio che mi commuoveva solo al pensiero. Gery, un ragazzo francese anche lui appassionatissimo di montagna non vedeva l ora, una ragazza malese, Carmen, con cui eravamo andati sul ghiacciao un mese e mezzo prima e Vince, un francese nostro compagno di camera si aggiunsero.
4 persone in forma, due buone tende, idee chiare e niente confusione.
Anche qui come succedeva sempre in italia (e immagino in tutto il resto del mondo) verso il 28-29 dicembre saltano fuori tutti gli amici senza un piano con la solita domanda “io non ho nessun programma per l ultimo, tu cosa fai??”…
E come dire di no ad amici??? E poi pensi, va beh uno in più è gestibile, la gita è dura ma 3, 4 o adesso 5 non cambia molto… senza tirarla lunga la cosa scappò di mano
Cercavo di non pensare al disatro che stava per arrivare, soprattutto perché era sicuramente il mio ultimo trek in NZ, sul ghiacciao dove avevo già provato ad andare 3 volte ed ero sempre stato fregato da diversi inconvenienti e ovviamente la solitudine e il silenzio potevo dimenticarmeli. “every little thing is gonna be all right” mi dicevo e controllavo le previsioni del tempo meticolosamente ogni due ore, isobare, venti pioggie ecc… almeno quelle sembravano andare nel verso giusto e sapevo che guardandole giusto il 30 mattina prima di partire sarebbero state al 90%
Esatte almeno per 2-3 giorni.
Mi scuso in anticipo col mondo femminile se offenderò qualcuno, ma la cosa che piu mi preoccupava era che su 9 persone 5 erano donne, e, a parte Carmen, la ragazza malese che già sapevo essere una macchina, le altre 4 non avevo idea di quanta voglia avessero.
Il 29 sera persi almeno 5 kili grazie allo stress che mi venne preparando gli zaini e cercando di capire se queste donne mi prendevano per il culo o davvero avevano intenzione di portarsi a spalle 30 kili di roba inutile. Creme anticellulite, 1 litro di colluttorio, borse piene di trucchi di vario genere tra cui rossetti di diverse tonalità, chissà che colore metterò il 31, cartoni di vino da 4 litri e bottiglie di vodka, cibo per almeno 20 giorni tra cui UN KILO di formaggio e UN KILO di pasta, 2 paia di jeans, perizomi di vari colori(ok quelli non pesano, ma io non mi farei 45km in mezzo alle rocce e alla foresta con una stringa in mezzo alle chiappe). Perfino un forno da camper, ne avevamo già 3 da campeggio da poter condividere ma non riuscii a strapparglielo, lo zaino di una di loro era occupato per il 30% appunto da questo forno e un altro 50% da un sacco a pelo anni 70 preso in prestito da un amico…
Avesse almeno tenuto caldo…. Lessi giusto due gg prima di partire delle pioggie torrenziali del 27 e 28 dicembre… heavy rain… poi sole fino al 2 gennaio… speravo solo che i fiumi non si fossero ingrossati troppo.
Fu cosi che dopo aver parcheggiato, preparati per bene gli zaini e chiuso le macchine partimmo in fila con un bel sorriso e carichi per l avventura pensando positivo, tranne io e Gery che avevamo subito notato, passando il ponte principale, che i torrenti erano molto, molto piu alti e inkazzati del solito.
Manco a dirlo, dopo averne attraversati un paio di minori non con poca fatica arrivammo a uno dei due maggiori e pareva davvero inkazzato.
Percorsi con Gery su un lato il torrente per quasi un km per trovare un buon punto dove provare l attraversamento a due, tenendosi si riesce a contrastare la corrente molto meglio ma non c era speranza, l acqua arrivava quasi alla vita a noi sopra il metro e 80 e con un passo falso saremmo partiti verso la foce come dei razzi, per le nostre esili compagne di viaggio era fuori discussione.
Forse le foto non rendono, ma quel tipo di corsi d acqua quando il livello supera il ginocchio è già impossibile senza aiuto, la corrente è cosi forte che ogni tentativo di alzare il piede la gamba viene portata via e non c è modo di stare in equilibrio vista la pressione laterale, facendolo a picccoli passi la temperatura dell acqua ti congela i piedi in pochi secondi e il solo pensiero di caderci dentro ti paralizza.
Dietrofront, piano B. Sconfitto un'altra volta, stranamente la presi bene, un buon motivo per tornare in NZ e godermi un trek piu leggero senza morti.
Mappa alla mano decidiamo di seguire il fiume fino al successivo range di montagne, e in caso avessimo travato un posto dove l attraversamento fosse stato possibile visto che cmq i fiumi qui si alzano velocemente con la pioggia, ma allo stessa velocità si abbassano anche, l avremmo attraversato, in caso contrario avremmo dormito e aspettato il giorno dopo per vedere dove passare la notte di capodanno.
Tutti gli imprevisti e i ritardi creati dai vari attraversamenti di torrenti minori ci rubarono tanto tempo e fatica, ogni volta dovevamo fermarci, togliere gli stivali e mettere le scarpe bagnate per attraversare, a volte, quelli piu forti si sttraversava 2 volte per tornare ad aiutare le persone piu basse a non volar via o immergere gli zaini, quando vidi una bella zona senza sassi, proprio di fronte al fiume principale dove uno spot di sabbia che sembrava fatto a posta per piantare 4 tende decisi di fermarmi e di goderci il meritato riposo, aspettando l indomani davanti ad un bel fuocherello, sperando di svegliarsi e vedere il livello dell acqua un metro piu basso
tra la stanchezza e la fretta di far strada quasi dimenticavo quanto a lungo durino le giornate quaggiù in estate con il tramonto che, come a giugno da noi, avviene verso le 21:45 regalandoti giornate infinite e possibilità di vedere senza bisogno di torcie fino quasi alle 22:30 con colori che lentamente cambiano fino all oscurità, sempre che la stanchezza non ti faccia stramazzare addormentato prima di vederla
La mattina del 31 ci alzammo presto, anche l alba arriva di buon ora, le temperature notturne erano sui 6-7 gradi vista l elevazione, ma una volta che il sole batte sulla tenda ti obbliga a scapparne fuori dopo 15 minuti per il surriscaldamento interno. Il fiume non era sceso di un cm e, dopo colazione in una mezz ora decidemmo l itinerario ed eravamo tutti pronti a ripartire per la prossima meta
Durante la marcia i momenti per conversare erano rari o quasi assenti visto il fiatone e la concentrazione per non sentire i vari dolori muscolari e della schiena per il peso, e godevo nel vedere come anche gli altri a volte, uscendo dopo magari un ora di camminata nella foresta o dopo lungo tempo tenendo il passo e lo sguardo per terra per via di rocce, radici o terreno paludoso, si fermavano per prendere respiro potendo alzare lo sguardo e avere una paresi causata da visioni di panorami pazzeschi che gli dava quell espressione di uno che ha appena preso uno schiaffo in faccia senza preavviso
Anche il secondo giorno fu duro, il livello dei torrenti ci obbligò ad uscire dalla traccia e doverli aggirare sul bordo, a volte ripido su di essi e la loro corrente, affidandoci all ancoraggio di piante e radici testate 20 volte prima di caricarci il nostro peso usandole come appiglio per non cadere nelle rapide
e altri torrentelli che oramai, dopo essere esausti e stressati del cambio scarpe che per ogni 20 minuti di camminata dovevamo spenderne altri 20 solo per attraversarli, provavamo a saltare da un sasso all altro con scarsi risultati, cercando a volte di tenere almeno un piede asciutto
o costruendo ponti muovendo tronchi trasportati dalle piene in giro per la riverbank
Questa gita per com era programmata doveva essere si di 4 giorni, ma solo il primo e il quarto di cammino, il primo per arrivare alla baita dove in 5 o 6 ore di cammino (se i fiumi fossero stati piu bassi) potevamo tutti farcela, cazzeggiare il 31 e il primo intorno al ghiaciaio lasciando gli zainoni appunto nella casetta di legno, per poi tornare a valle il 2 gennaio e tornare in città con calma. Questa deviazione non era un vero problema, ma essendo in ritardissimo cercavamo di darci dentro, il prossimo ghiacciaio era ancora a 15 km e a volte il percorso duro. Una volta arrivati alla baita a due terzi della strada eravamo abbastanza tutti distrutti, gli zainoni erano pesanti e 3 delle ragazze, in panico totale da dolori decisero che non c era verso di continuare. Il sole era sparito dietro qualche nuvolone e una leggerissima pioggia aveva cominciato a cadere.
Quello che mi aspettavo stava per arrivare, nove teste che pensano e parlano, ognuno con la sua teoria, la discussione sul da farsi carica di fatica e stress si stava accendendo, egoisticamente decisi di nascondermi in un angolo e prendermi una pausa anch io senza però farmi stressare, riuscivo a capire gli altri che non volevano separare il gruppo e festeggiare a mezzanotte insieme, ma dall altra parte il mio cuore pompava rapido e la mia mente carica di passione riusciva solo a pensare a quello che i miei occhi spalancati e semilucidi potevano ammirare da lontano
Dopo un oretta di contemplazione, riposo e ricarica rientrai nella baita e dissi anch io la mia. Sarei partito nel giro di mezz ora e avrei camminato per almeno un'altra ora e mezza, la pioggia, dicevano le previsioni, sarebbe stata leggerissima e sarebbe finita sicuramente prima di cena, mi sarei fermato giusto prima dell inizio della dura salita, 2 km prima del ghiacciaio e avrei piantato la tenda nel primo posto piatto a disposizione.
Era il mio ultimo trek in NZ, avrei lasciato il paese in meno di una settimana e avevo passato con loro ogni giorno degli ultimi 3 mesi, li avrei incontrati il giorno dopo cmq al ritorno, forse sono un po fissato, ma non volevo avere nessun segno di civiltà intorno, non avevo mai dormito in una baita in 15 mesi e non l avrei fatto ora, per quanto fosse solo una casetta vuota di legno senza nessun servizio o anima viva toglieva secondo me quell armonia che con la natura che si ha in tenda,i suoni della pioggia e del vento, gli uccelli notturni che vengono a sbeccolare i resti dalla pentola, la finestrella aperta sempre rivolta a monte con la visione delle stelle la notte e del primo raggio di sole sul ghiacciaio alla mattina presto… per quello ero partito e faticato e non ci avrei rinunciato.
Carmen e i due francesi che alla fine la pensavano allo stesso modo, decisero di unirsi e partimmo di corsa visto tutto il tempo sprecato in discussioni.
Per attraversare il fiume per fortuna (vista la sua altezza anche qui) dovemmo usare una teleferica, cosa abbastanza divertente e particolare
La linea rossa è la gita supposta prima di partire, il pezzo mancante erano i due torrenti impassabili e la baita mai raggiunta
La linea blu invece la gita fatta con i vari camp (1 giorno, 2 giorno, 3 giorno) e la baita in giallo
Per attraversare il fiume per fortuna (vista la sua altezza anche qui) dovemmo usare una teleferica, cosa abbastanza divertente e particolare
La pioggia era a sprazzi ma una volta cominciata la salita trovammo un gran bel posto, giusto giusto per due tende. Il terreno era diventato sassoso e proseguire oltre a distruggerci in salita sui sassi non avremmo piu trovato posti adatti, la mappa parlava chiaro, da qui in poi si muore.
Preparammo le tende e il posto per il fuoco, cucinammo prestissimo vista la fame che oramai ci stava divorando da dentro e mettemmo le nostre provviste alcoliche in frigo naturale di acqua poco sopra gli zero gradi
Il posto ovviamente era anche stavolta da cartolina e il tempo dopo cena diventò come previsto e sperato senza vento o l ombra di una nuvola
dopo cena, verso le 20, raccolta della legna e il solito fuoco per scaldarci prima dell imbrunire
fu davvero dura tra la stanchezza, il fuoco ipnotizzante, il silenzio e la pancia piena grazie alla speciale cenona tenere gli occhi aperti e non scappare in tenda prima di mezzanotte, ma con un po di musica e cazzate eravamo finalmente pronti per stappare la bottiglia e goderci i fuochi artificiali naturali e disegnare 2011 con una palla luminosa e il nightshot
Che dire di piu di questo capodanno??? Unico…I primi del mondo a festeggiarlo pensando che in italia era ancora mezzogiorno!!!!
Il numero di stelle nel cielo aveva troppi zeri per poterlo scrivere e in entrambe le tende nonostante le basse temperature, avevano la zip chiusa a metà, sarà una sviolinata, ma addormentarsi in quel silenzio guardando quel cielo era quasi commovente
Mi svegliai un oretta dopo l alba e mi accorsi che i due francesi senza fare neanche un rumore (o io dormivo come un sasso) stavano già sfumacchiando davanti al fuoco appena acceso per il freddo e dall espressione che avevano l alba era stata fantastica.
Non mi feci chiedere 2 volte cosa avevo intenzione di fare… per una volta mi resi conto che sarei stato uno stupido ad avere la testa dura e che se davvero fossi salito al ghiacciaio il giorno dopo avrei dovuto farmi 25 km di corsa per tornare alla macchina e stavolta sarei stato da solo, distrutto e senza senso. Mi sedetti a godermi la stupenda giornata e sfumacchiare con loro, dopo poco anche Carmen si alzò e ci raggiunse in una fantastica giornata di relax e cazzeggio nel posto migliore dove potessi mai desiderare di svegliarmi ogni primo gennaio della mia vita… ogni tanto bisogna saper perdere e godersi la vita …
Nel tardo pomeriggio tornammo indietro alla baita trovando anche gli altri pronti, ci mettemmo in cammino tutti ben riposati ,con un bel sorriso di soddisfazione, pancia piena e zaini leggeri vista l assenza di tutto l alcool e il “cibo speciale” tenuto per la cena del 31. Camminammo giusto una decina di km per campeggiare tutti insieme l ultima notte e far fuori tutto il cibo avanzato.
Oltretutto per me fu il “”goodbye” a quelle catene montuose dove avevo speso tutto l inverno e che avevo esplorato cosi tanto e mi regalarono un tramonto speciale come se sentissero la mia malinconia
Quella notte ci fu un vento spaventoso e ringraziai il cielo di aver ascoltato una ragazza che suggeri di campeggiare piu vicino agli alberi invece che in campo aperto come stavamo per fare, a volte sembrava che la tenda volesse volare via con noi dentro, e verso mattina cominciò a piovere e non smise piu.
Con grande sorpresa, quando uscii e di fretta e furia preparai tutto per colazione veloce e partenza, tutti gli altri, e dico tutti, fecero lo stesso, senza lamenti o smorfie, senza stress o fastidio, tutti col sorriso, scarpe bagnate e buon umore si parti per la lunga camminata di ritorno sotto la pioggia.
Tutti in fila per 4 ore di cammino con una piccola pausa snack, è proprio vero, non sono le condizioni meteo a farla da padrone quando lo stato d animo è alto e il sorriso statico sulla faccia chi ti ferma piu?? in effetti si può essere di cattivo umore dopo 3 giorni cosi???
In un baleno arrivammo alle macchine….
dopo 2 ore di guida indovinate un po dove siamo andati di corsa???? A volte anche il corpo dopo una faticaccia del genere vuole un capriccio alimentare….
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